“Le lavoratrici e i lavoratori del settore vigilanza privata e servizi di sicurezza potranno contare dal prossimo mese su un aumento salariale importante in aggiunta a quello già previsto dal contratto collettivo nazionale - circa 400 euro per i servizi di sicurezza e circa 250 euro per le guardie giurate - ma se il mercato non reagisce saranno inevitabili delle riduzioni del personale nel settore. Per questo motivo ribadiamo la necessità dell'intervento del Governo per introdurre una norma per la revisione prezzi dei contratti in essere con la pubblica amministrazione che tenga conto degli aumenti previsti dall'accordo, così come dovrà adeguarsi il mercato privato”.
Lo dichiarano Agci Servizi, ASSIV-Confindustria, Confcooperative Lavoro e Servizi e Legacoop Produzione e Servizi a seguito della firma dell’Ipotesi di Accordo sull’adeguamento salariale alla presenza di tutte le parti sociali del CCNL della Vigilanza privata e Servizi di sicurezza.
“L’accordo raggiunto è un ulteriore segnale importante – dichiara il Presidente Massimo Stronati di Confcooperative Lavoro e Servizi – per sostenere i salari dei soci, dei lavoratori e lavoratrici del settore in una fase in cui l’inflazione e il costo della vita sono in costante crescita. La cooperazione continua a lavorare per la qualità del lavoro, ma anche per rimettere al centro il valore della contrattazione collettiva come strumento politico di coesione per rilanciare i livelli di produttività e dunque per migliorare il valore reale dei trattamenti economici e la qualità del lavoro. Ora anche il committente pubblico e privato faccia la sua parte per garantire salari giusti per chi lavora”.
“Una volta ancora ASSIV dimostra la propria serietà – afferma la Presidente Maria Cristina Urbano - dopo essere riuscita, contro ogni previsione, a facilitare la sottoscrizione del nuovo CCNL di settore lo scorso maggio, già fortemente migliorativo rispetto il precedente. Resta il dato di fatto che le aziende si assumeranno l’onere di fornire una ulteriore risposta positiva ai propri lavoratori, pur dovendo far fronte a condizioni di mercato estremamente critiche, nella consapevolezza che il benessere dei propri operatori è questione centrale. Anche in questa vicenda, tuttavia – conclude la Urbano – molti degli attori coinvolti, per ragioni diverse ma estranee all’oggetto della trattativa, hanno preferito fare demagogia anziché affrontare i problemi strutturali. Garantire la resilienza di un comparto centrale per la sicurezza del Paese resta l’obiettivo di lungo periodo che dovrebbe essere al centro dell’azione di istituzioni e parti sociali. L’Assemblea degli associati si esprimerà a breve sull’ipotesi di Accordo secondo quanto stabilito dal nostro Statuto e, solo allora, avremo una visione chiara di quello che le aziende prevedono per i prossimi mesi”.
“La cooperazione non lascia nessuno indietro, - dichiarano per Legacoop Produzione e Servizi il Direttore Andrea Laguardia e il Responsabile del Settore Vigilanza Privata e Servizi di Sicurezza Daniele Conti - questo è lo spirito che ci ha animato in questa lunga trattativa, avviata ad agosto dal Ministero del Lavoro, che poi si è fatto di nebbia e ha lasciato le Parti sociali a risolvere il problema. Abbiamo fatto la nostra parte, con un aumento delle retribuzioni che si aggiunge a quanto la cooperazione aveva già attivato negli ultimi mesi per sostenere l'aumento del costo della vita attraverso importanti iniziative di welfare aziendale. Adesso – conclude Laguardia -tocca al mercato creare le condizioni per sostenere il nuovo costo del lavoro. Attendiamo che il Governo faccia la sua parte, così come promesso.”
Per Agci Servizi, ASSIV-Confindustria, Confcooperative Lavoro e Servizi e Legacoop Produzione e Servizi la problematica dei salari delle lavoratrici e dei lavoratori, nata da criticità di sistema che trovano la loro origine anche nel settore pubblico, non può ricadere sulle spalle del solo privato, già fortemente indebolito dalla spirale inflattiva. Le Associazioni auspicano che gli impegni presi dal Governo si traducano presto in misure normative, in quanto solo un sistema di revisione dei prezzi dei contratti in essere con la PA consentirà al settore di sostenere l’aumento dei costi di produzione e del lavoro permettendo alle imprese di restare sul mercato e mantenere l’occupazione, e garantendo al contempo le condizioni di sviluppo di un comparto di importanza centrale per lo svolgimento di moltissimi servizi essenziali, a vantaggio di aziende, lavoratori e committenza pubblica.
Francesco Agresti