Il porto di Trieste rischia di diventare una polveriera, a innescare la miccia le tensioni tra lavoratori portuali che protestano contro l’obbligo del green pass e le decine di aziende con centinaia di occupati regolarmente vaccinati che reclamo il diritto di poter lavorare.
L’allarme viene Luigi Donatone, presidente della società cooperativa autotrasporti La Gradese, e Maurizio Era, presidente della Intermodale Trieste società cooperativa, entrambi vicepresidenti di Confcooperative Lavoro e Servizi Friuli Venezia Giulia.
"Per il settore turistico - spiega Donatone –le ripercussioni potrebbero essere pesantissime. Nei prossimi giorni sono in arrivo 9 navi da crociera ma le prime sono già state dirottate nel porto di Marghera, dove non è previsto sciopero. E’ chiaro che una situazione del genere non è accettabile. Due navi sono già state dirottate e se con altre navi non è successo è solo perché grazie a noi è stato garantito il servizio presso il terminal passeggeri. Il personale della cooperativa è quasi tutto vaccinato e non è assolutamente accettabile, la paralisi rischia di essere discriminatorio soprattutto nei confronti dei lavoratori responsabili che si sono sottoposti alla vaccinazione”.
“Coloro che protestano contro il green pass - aggiunge Era – parlano di discriminazione nei confronti di chi non vuole vaccinarsi o fare il tampone, ma impedire di lavorare a chi invece ha scelto convintamente e con responsabilità di sottoporsi alla vaccinazione, non è altrettanto discriminante
“La tensione è alta – conclude Datone – occorre evitare di arrivare a situazioni difficili da gestire, si rischia la guerriglia urbana”.
Francesco Agresti