Parmigiano Reggiano: dal Consorzio 600 kg di formaggio alle cooperative sociali che si occupano di anziani

Parmigiano Reggiano: dal Consorzio 600 kg di formaggio alle cooperative sociali che si occupano di anziani

giovedì 20 maggio 2021

La donazione si è tradotta nella consegna a Confcooperative Emilia-Romagna di 3 mila kg di formaggio tra snack monodose, punte e grattugiato
Parmigiano Reggiano: dal Consorzio 600 kg di formaggio alle cooperative sociali che si occupano di anziani

Dopo le quattro ambulanze che tra gennaio e febbraio 2021 i caseifici hanno donato alle province di Modena, Bologna, Reggio Emilia, Parma e le attrezzature sanitarie donate all’ospedale di Mantova, in questi giorni il Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano ha destinato una donazione aggiuntiva alla categoria più colpita dal Covid: le persone anziane. La donazione si è tradotta nella consegna a Confcooperative Emilia-Romagna di 3 mila kg di formaggio tra snack monodose, punte e grattugiato.

«Con questo gesto intendiamo lanciare un messaggio di speranza in vista della ripartenza – spiega il presidente del Consorzio Nicola Bertinelli – Il Parmigiano Reggiano ha sempre potuto contare sul supporto degli italiani, come avvenuto dopo il terremoto del 2012 in Emilia e durante il lockdown. I consumatori non ci hanno mai abbandonato. Per questo ci proponiamo di restituire un po’ di quella fiducia che, in certi momenti, appare smarrita».

Confcooperative Modena ha organizzato e gestito la distribuzione dei 600 kg destinati alle cooperative sociali modenesi che gestiscono strutture per anziani.

Il Parmigiano Reggiano, infatti, ha tutte le caratteristiche per rientrare nelle diete consigliate soprattutto alla terza età. Il prodotto è già stato consegnato scorsi alla Casa della Gioia e del Sole e Domus Assistenza di Modena, La Tenda di Abramo di Montefiorino e Scai di Carpi.

«Una sana alimentazione, abbinata a un programma personalizzato di attività fisica e un attento monitoraggio clinico, contribuisce al mantenimento di un buono stato di salute anche nei “senior” - dichiara il presidente di Scai Ilario De Nittis - Ringrazio il Consorzio per la sua grande generosità. Si è stretto davvero intorno alle difficoltà della cooperazione di servizi alle persone e non solo, dando forza innanzitutto al personale e a tutti noi per andare avanti, ogni giorno, con il massimo dell’impegno».

In età avanzata, poiché diminuisce il fabbisogno calorico, è opportuno consumare alimenti ad alta densità nutrizionale, ossia con un elevato rapporto tra nutrienti raccomandati e calorie contenute nell’alimento. A partire dai 65 anni la riduzione della massa ossea è fisiologica; il rischio di fratture è maggiore nella donna rispetto all’uomo per via della menopausa. Le cause dell’indebolimento dello scheletro sono molteplici e differenti tra uomo e donna, ma per entrambi spesso è l’assunzione insufficiente di calcio. Se le quantità di questo minerale essenziale sono inferiori al fabbisogno, l’organismo lo preleva dallo scheletro, indebolendolo.

«La salute delle ossa richiede anche la presenza di vitamina D, senza la quale il calcio non si fissa nell’osso - spiega Daniela Vincenzi, consigliera e nutrizionista della cooperativa sociale Scai di Carpi - I prodotti lattiero-caseari contengono, oltre al calcio, anche altri importanti minerali come il fosforo, magnesio, selenio e zinco, quantità variabili di vitamine liposolubili (vitamina A, E) e idrosolubili (vitamine del gruppo B, niacina, biotina) che fanno parte dei micronutrienti raccomandati nelle Rda (Recommended daily allowance, in italiano dose giornaliera raccomandata).

Il contenuto è particolarmente rilevante dal punto di vista nutrizionale per alcune vitamine (A, B12, B2, biotina). Il deficit di micronutrienti si riscontra più frequentemente nell’anziano rispetto al giovane. Ciò è dovuto anche al maggior consumo di farmaci che possono interferire con il loro assorbimento e metabolismo.

Il deficit di vitamine e minerali è riscontrabile anche in soggetti anziani obesi. Il ricco apporto calorico e proteico dei formaggi stagionati può risultare pertanto utile in situazioni di malnutrizione o di stress metabolico con bilancio azotato negativo (infezioni, fratture, ulcere da pressione, interventi chirurgici).

Per ottenere un pari valore energetico e proteico a quello contenuto in un formaggio stagionato – continua Vincenzi - è necessaria l’assunzione di una quantità pressoché doppia di carne, che nell’anziano può essere limitata da problemi di masticazione e deglutizione.

Il Parmigiano Reggiano è ricco di vitamine, proteine e sali minerali, calcio e fosforo. Quello stagionato a 36 mesi è privo di lattosio, quindi può essere consumato anche nella dieta degli intolleranti. In realtà non contiene glucidi di nessun genere, quindi è adatto ai diabetici e a chi segue una dieta ad alto contenuto di proteine.

Come ogni formaggio, ha la sua buona dose di grassi - circa 28 grammi per etto - tuttavia in buona parte sono acidi grassi a catena corta e media, ossia grassi speciali, perché sono assorbiti dal nostro organismo, usati dal fegato e dai muscoli. Il Parmigiano Reggiano è un alimento sano, fatto per il 30% di acqua e per il 70% di sostanze nutritive, proteine, vitamine, calcio e sali minerali indispensabili per la nostra dieta quotidiana, ricordando l’assenza di additivi e conservanti.

Per ottenere un equilibrato apporto di nutrienti, occorre seguire delle semplici linee guida che prevedono il consumo quotidiano o settimanale di ogni tipologia di alimenti. Generalmente si parla di una quantità dell’ordine di 50/60gr di Parmigiano Reggiano due volte la settimana, oppure formaggi freschi 100 gr al posto di carne e uova. Chiaramente il Parmigiano Reggiano, come altri formaggi stagionati (per la sua presenza di sale e grassi), - conclude la nutrizionista di Scai - deve essere dosato in relazione alla presenza o meno di patologie riscontrabili».

  Alessandra Fabri

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