Rifugiati, Granata: “Più di 137mila persone nel sistema accoglienza italiano, cruciale ruolo cooperazione ma occorre investire di più per vera integrazione”

Rifugiati, Granata: “Più di 137mila persone nel sistema accoglienza italiano, cruciale ruolo cooperazione ma occorre investire di più per vera integrazione”

giovedì 20 giugno 2024

Così il presidente di Confcooperative Federsolidarietà in occasione della giornata mondiale del rifugiato 

Rifugiati, Granata: “Più di 137mila persone nel sistema accoglienza italiano, cruciale ruolo cooperazione ma occorre investire di più per vera integrazione”

“Più di 137mila tra rifugiati e migranti, a maggio di quest’anno (dati Unicef Italia), sono presenti nel sistema di accoglienza italiano e tra questi, 21.255 minori stranieri non accompagnati. E se usciamo dai confini nazionali vediamo come nel mondo sono 120 milioni le persone in fuga, numero raddoppiato negli ultimi 10 anni come emerge dall’ultimo rapporto Global Trends dell’UNHCR. Un trend che deve far riflettere e far ripensare il problema dei rifugiati e più in generale dell’immigrazione che da emergenza è diventato fenomeno endemico da gestire, magari con una politica di piccoli flussi. La cooperazione è protagonista attiva sul territorio di un percorso di accoglienza capillare e diffuso che andrebbe sostenuto con adeguate risorse economiche. Va ripensato anche il modello di accoglienza che dovrebbe puntare sulla gestione di piccoli nuclei distribuiti su tutto il territorio nazionale”. Così Stefano Granata presidente di Confcooperative Federsolidarietà in occasione della giornata mondiale del rifugiato che si celebra il 20 giugno. “L’immigrazione, sottolinea Granata, può diventare un’opportunità per chi arriva e per il Paese che ospita rifugiati, migranti e immigrati a patto che si punti sulla formazione e su un percorso di vera integrazione basato sull’inserimento lavorativo come fanno le nostre cooperative impegnate a dare risposte alle richieste di accoglienza anche nelle situazioni più estreme. Occorre mutuare dalle cooperative sociali le buone pratiche per l’integrazione”. E così in cooperativa si tramandano mestieri artigliali che altrimenti andrebbero perduti e che invece possono rappresentare una opportunità di occupazione per chi arriva. Dalle cooperative impegnate sul fronte dell’immigrazione possono arrivare anche quelle risposte alla ricerca di personale che dal welfare all’agroalimentare stenta a trovare le figure professionali necessarie.

 

 

  Alessandra Fabri

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