Giornata mare, Fedagripesca: in 10 anni oltre 2 Mld i danni da cambiamenti climatici per settore ittico

Giornata mare, Fedagripesca: in 10 anni oltre 2 Mld i danni da cambiamenti climatici per settore ittico

venerdì 11 aprile 2025

Investire di più in ricerca per tutelare imprese e biodiversità

Giornata mare, Fedagripesca: in 10 anni oltre 2 Mld i danni da cambiamenti climatici per settore ittico

Acque più calde, specie invasive ed eventi climatici sempre più estremi mettono a rischio il futuro del mare e della pesca in Italia. L’impatto cumulativo del climate change sul settore ittico italiano supera i 2 miliardi in 10 anni tra mancate catture (-30%), danni infrastrutturali (70% porti insicuri) e invasioni biologiche (1 specie su 3 aliena sarà aliena entro 2050). In occasione della Giornata Nazionale del Mare, che si celebra l’11 aprile, Confcooperative Fedagripesca denuncia gli impatti sempre più evidenti del riscaldamento globale sul mare e sul settore ittico nazionale, che vanno dalle alterazioni degli ecosistemi marini alla riduzione delle catture, fino all’aumento dei rischi per la sicurezza in mare e all’invasione di specie aliene.

Il Mediterraneo, sottolinea l’associazione, si sta riscaldando il 20% più velocemente della media globale, con gravi conseguenze sulla migrazione di specie ittiche come tonni, sardine e acciughe, che si spostano in cerca di acque più fresche. C’è poi l’invasione di specie provenienti da altri mari: entro il 2050, una specie ittica su tre potrebbe essere aliena. Infine, gli eventi meteorologici estremi – con tempeste e mareggiate sempre più violente – danneggiano le imbarcazioni e riducono i giorni di pesca.

Gli eventi climatici estremi, sempre più frequenti, provocano pericolosi insabbiamenti delle imboccature dei porti, e le manutenzioni stentano ad arrivare. Il risultato è che 7 porti pescherecci su 10, precisa Fedagripesca, sono sempre meno sicuri, e questo riguarda quasi tutte le regioni costiere. Una situazione che, di fatto, ha fatto perdere negli ultimi 10 anni il 30% delle giornate di pesca. Un settore, quello ittico, che  vale 1,5 miliardi di euro l’anno e dà lavoro a oltre 30.000 persone, tra pescatori, lavoratori dell’indotto e cooperative, che rappresentano oltre l’80% dei produttori ittici italiani

L’associazione sottolinea la necessità di investire di più in ricerca per studiare il mare che cambia e fornire alle imprese strumenti adeguati per adattarsi, evitando di rincorrere continue emergenze.

«Dobbiamo fare i conti – afferma Tiozzo, vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca – con il clima che cambia. Serve un impegno condiviso per mitigare i fattori che accelerano questo processo. Ma è cruciale – conclude Tiozzo – comprendere ciò che avviene nelle nostre acque. E in questo, la ricerca è determinante»

 

  Alessandra Fabri

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