La musica dei Ladri di Carrozzelle ha fatto da colonna sonora in una serata dedicata a raccontare l'esperienza del Centro Polivalente Autismo Città Metropolitana di Roma, organizzata presso la Gnosis Cooperativa Sociale Onlus di Marino (RM), capofila del progetto.
Un progetto sociale di inclusione, integrazione autentica che mette in prima fila le famiglie e il territorio per il bene dei ragazzi. Una realtà innovativa destinata a diventare permanente e sempre più ramificata al servizio dei giovani adulti utenti e delle loro famiglie.
“La conclusione delle attività del centro polivalente per giovani adulti con disagio dello spettro autistico ed altre disabilità con bisogni complessi è l’ultimo atto di un progetto sperimentale finanziato dalla Regione Lazio, con il coinvolgimento di altre cooperative dell’Area metropolitana di Roma Capitale (Arcobaleno, Sorriso per tutti, Castelluccia e Agricoltura Capodarco), che ha previsto la presa in carico di venti persone tutte con diagnosi di disturbo dello spettro autistico. E questo in una fase di vita delicata per queste persone perché andavano accompagnate nella transizione dai servizi rivolti ai minori ai servizi per gli adulti”. Un progetto a misura di paziente basato su un percorso personalizzato realizzato attraverso il coinvolgimento dei diversi distretti della Asl Roma 6, della stessa ASL e di un ampio partenariato con Enti del terzo settore. In questo percorso è stato determinante il lavoro del Work Lab e del Community Lab, parti integranti dell’organizzazione del Progetto e finalizzati alla realizzazione di programmi di socialità, di inclusione sociale e di inserimento lavorativo”, spiega Angela D'Agostino presidente della cooperativa sociale Gnosis, che gestisce il centro, e coordinatrice nazionale del gruppo salute mentale di Confcooperative Sanità.
“Una particolare attenzione - prosegue la presidente- è stata posta al lavoro con le famiglie grazie ad incontri quindicinali che sono andati avanti per ben due anni e mezzo. Sono stati attivati tirocini di inclusione sociale. Il punto di caduta è quello di promuovere sul territorio servizi adeguati perla cura, la riabilitazione e il reinserimento sociale lavorativo di queste persone, con un occhio anche al dopo di noi”. Tanti sforzi, possibili grazie al comune denominatore della cooperazione tra tutti i soggetti convolti, che porteranno nuovi frutti. “Dall’Assessore alle Politiche Sociali della Regione Lazio Massimiliano Maselli, entusiasta del lavoro che abbiamo fatto e che stiamo facendo, abbiamo avuto rassicurazioni sulla prosecuzione di questo progetto e anche sul suo ampliamento che da venti utenti potrebbe consentirci di accoglierne cinquanta nella città metropolitana di Roma”, conclude la D’Agostino. Un progetto ispirato al welfare generativo che potrebbe essere mutuato anche a livello nazionale grazie al suo approccio multidisciplinare nella cura della persona e alla sinergia che è stata instaurata tra pubblico e privato.
Alessandra Fabri