Stazionarie, con luci e ombre in relazione ai settori. Sono le attese delle cooperative per i prossimi 3 mesi elaborate nella periodica indagine congiunturale condotta su un panel di imprese associate a Confcooperative. “Con riferimento all’andamento atteso del volume d’affari – si legge nel report - prevalgono le indicazioni stazionarie in tutti settori. Tuttavia, il saldo atteso dovrebbe mantenere il segno positivo nella cooperazione di consumo e distribuzione e, in misura minore, in quella sociale e sanitaria (dove è atteso, in alcuni ambiti, un adeguamento dell’importo delle rette). Meno favorevoli sono le indicazioni registrate nell’agroalimentare, nei servizi (non sociali e non sanitari) e, soprattutto, nell’industria e costruzioni”
In quest’ultimo ambito produttivo, a fronte del 60% delle cooperative che non prevede variazioni significative del fatturato per i prossimi mesi, il 30% ha espresso aspettative di flessione del fatturato, rispetto al 10% che, invece, attende un incremento del volume dei ricavi. Le prevalenza di indicazioni di stazionarietà trova riflesso nella prospettiva di consolidare il presidio delle attività e del mercato di riferimento delle cooperative. Sebbene lo scenario non sia privo di incertezze e di incognite, l’84% delle cooperative, prevede, infatti, un consolidamento e anche, sebbene in misura inferiore, un rafforzamento e una espansione delle attività.
Per il restante 16% delle aderenti, invece, la prospettiva è il ridimensionamento delle attività, in alcuni casi con ricadute sui livelli occupazionali e con il rischio di continuità aziendale. Nel complesso il 64% delle cooperative ha segnalato il consolidamento delle attività in essere. Il 20% ha indicato il rafforzamento e l’espansione delle attività della cooperativa (anche attraverso processi di fusione, o la realizzazione di alleanze strategiche, o ancora l’adesione a forme organizzative allargate). Nella prospettiva del ridimensionamento, il 5% degli intervistati prevede una riduzione delle attività senza ricadute occupazionali. Il 10% delinea un ridimensionamento della cooperativa con ricadute occupazionali. Infine, l’1% segnala il rischio di continuità aziendale con la prospettiva concreta della liquidazione del sodalizio.
Nell’ambito della valutazione del posizionamento competitivo, l’85,5% delle cooperative ha valutato come invariata la posizione concorrenziale della cooperativa nel nell’ultima parte del 2022. Sebbene per la maggioranza assoluta delle cooperative la percezione del posizionamento competitivo nel mercato di riferimento sia, di fatto, stabile ed invariata rispetto al semestre precedente, prevalgono ancora, seppure di stretta misura, i giudizi negativi rispetto a quelli positivi. Si attesta, infatti, su livelli maggiori la quota di chi ha definito peggiorata la posizione concorrenziale della cooperativa, l’8,1% (la quota raggiungeva il 9,1% a luglio 2022), rispetto a chi, invece, ha giudicato migliore il posizionamento competitivo nel semestre trascorso, il 6,5% (la quota non superava il 5,6% a luglio 2022).
Francesco Agresti