Mare, Tiozzo: “Nelle reti dei pescatori italiani ogni anno finiscono circa 3000 tonnellate di rifiuti, ma tendenza in aumento”

Mare, Tiozzo: “Nelle reti dei pescatori italiani ogni anno finiscono circa 3000 tonnellate di rifiuti, ma tendenza in aumento”

giovedì 11 aprile 2024

Per non vanificare gli sforzi occorre filiera rifiuto

Mare, Tiozzo: “Nelle reti dei pescatori italiani ogni anno finiscono circa 3000 tonnellate di rifiuti, ma tendenza in aumento”

Nelle reti dei pescatori italiani ogni anno finiscono circa 3000 tonnellate di rifiuti, che possono arrivare anche a 6000 tonnellate dopo eventi climatici estremi come alluvioni o forte mareggiate. Dagli penumatici, agli elettrodomestici. Dagli imballaggi alimentari, alle buste di plastica vero pericolo per le tartarughe marine.  È amplia la gamma di quello che viene salpato a bordo delle imbarcazioni da pesca. “Non si tratta di pesca miracolosa ma del pegno che pagano gli operatori ittici a causa dell’inquinamento dei mari. Se la flotta da pesca italiana ad ogni uscita potesse portare a terra tutto quello che rimane impigliato nelle reti oltre al pesce, in 10 anni libererebbe il mare da oltre 30000 tonnellate di rifiuti; spazzatura che messa in fila andrebbe a ricoprire 15 volte il giro della terra. E purtroppo è una tendenza in aumento”. Così Paolo Tiozzo, vicepresidente Confcooperative-Fedagripesca in occasione della giornata nazionale del mare in programma giovedì 11 aprile.  “Per non vanificare gli sforzi fatti dai nostri pescatori che sono sempre più i guardiani del mare, occorre creare una filiera virtuosa del rifiuto per dare nuova vita a quello che soffoca mari e spiagge”, prosegue Tiozzo.  E di lavoro da fare ce n’è molto basti pensare che sui litorali nazionali si accumulano dai 500 ai 1000 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia. Un problema che può trasformarsi in risorsa se opportunamente gestita. Nel 2022, il valore economico generato in Italia dal riciclo e dal recupero degli imballaggi è stato di circa 3 miliardi di euro.  Ma sono ancora troppe le tracce, difficili da cancellare, che lasciamo lungo le nostre spiagge e nelle nostre acque evidenzia Fedagripesca, che indica i tempi medi di degrado di alcuni dei materiali di più comuni: dai 4000 anni per una bottiglia di vetro ai 500 anni per una bottiglia di plastica, passando per i 400 anni per le mascherine usa e getta, ai 20 o 30 anni per un cotton-fioc, per arrivare ai 5 anni per una gomma da masticare o un mozzicone di sigaretta. (in gallery foto e video raccolta rifiuti in mare daprte dei pescatori)

  Alessandra Fabri

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