Le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati nel corso del mese di gennaio 2021 sono state complessivamente 442.000, con una riduzione del 30% rispetto alla rilevazione dello stesso periodo del 2020 (650mila) e del 40% rispetto al mese di dicembre 2020. La contrazione riflette il ritorno nei mesi autunnali e invernali di un'incidenza rilevante della pandemia da Covid-19. Lo indica l'Inps nell'Osservatorio sul precariato. In particolare, maggiori flessioni si registrano sugli intermittenti (-53%), su quelli in apprendistato (-34%) e le assunzioni tempo indeterminato (-38%), seguite dalle assunzioni a termine (-31%), dai contratti stagionali (-27%) e dai somministrati (-17%). Si tratta comunque di dati provvisori, destinati ad essere rivisti al rialzo poiché, di norma, il dato di gennaio viene successivamente rettificato alla luce dei flussi informativi di febbraio che in media trasmettono anche dati residui del mese precedente. In generale il saldo annualizzato, vale a dire la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi, identifica la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro (differenza tra le posizioni di lavoro in essere alla fine del mese osservato rispetto al valore analogo alla medesima data dell'anno precedente) è ancora negativo. Già in modesta flessione negli ultimi mesi prima della pandemia, il saldo ha subito un drastico ridimensionamento a marzo 2020 ed è diventato negativo ad aprile 2020 (-301.000): la caduta dell'attività produttiva dovuta all'emergenza sanitaria e il rinvio delle assunzioni hanno fatto toccare il valore più basso a giugno (-381.000). A luglio si è avviata un'inversione di tendenza (-272.000), proseguita fino a novembre (-98.000). A dicembre, con la seconda ondata della pandemia, c'è stato un nuovo peggioramento che ha determinato una perdita di 116.000 posti di lavoro rispetto allo stesso momento dell'anno precedente. A gennaio 2021 il saldo tendenziale è ulteriormente peggiorato: -137.000 rispetto a gennaio 2020
Alessandra Fabri