Le cooperative sociali, hanno sviluppato una serie di servizi innovativi per le persone con disabilità e hanno creato le prime comunità per chi soffre di disabilità psichica, i primi centri diurni, e varie attività volte alla promozione del benessere degli utenti e delle famiglie”.
Lo afferma Stefano Granata, presidente di Confcooperative Federsolidarietà in occasione del G7 dedicato a inclusione e disabilità.
“Migliaia gli inserimenti lavorativi di soggetti con disabilità anche complesse, coniugando le loro capacità e potenzialità con la produzione di beni e servizi attraverso progetti personalizzati di inserimento lavorativo. Si fa riferimento ad innovazioni sociali che, progressivamente, hanno portato ad innovazioni istituzionali accolte dallo Stato con leggi specifiche che ne hanno riconosciuto l’importanza”.
“Altro elemento molto importante è quello dello sviluppo economico e della coesione sociale, contribuendo alla riduzione della disoccupazione e dell’esclusione sociale. Un modello, quello della cooperazione sociale di inserimento lavorativo, - conclude Granata - preso a esempio dalla Commissione Europea nel piano d’azione dell’Economia Sociale per aumentare il benessere dei cittadini attraverso un’economia competitiva sostenibile e inclusiva”.
I numeri di Confcooperative Federsolidarietà
Il sistema di Confcooperative Federsolidarietà rappresenta e assiste 6.057 cooperative aderenti. I soci sono 227.825. Il valore della produzione ammonta a quasi 8,3 miliardi di euro. Per quanto riguardo il peso occupazionale, le cooperative di tipo A rappresentano il 63,1% dell’occupazione (158.403 addetti). Il restante è ripartito nelle cooperative di tipo B con il 18,8% (47.195 addetti) e le cooperative di tipo A e B con il 18,1% (45.437 addetti). Nel complesso si contano tra gli occupati 18.500 soggetti svantaggiati, di cui 10.500 sono lavoratori disabili, oltre a 11.100 soggetti con altre gravi situazioni di disagio.
Alessandra Fabri