«Il modello di partnership pubblico-privato presente nel trasporto pubblico locale della Città Metropolitana di Bologna sta consentendo il ritorno in sicurezza delle lezioni in presenza per le scuole secondarie di secondo grado, così da salvaguardare la qualità della didattica ed evitare ulteriori ripercussioni sui ragazzi».
Lo sottolinea Daniele Ravaglia, presidente di Confcooperative Bologna, che interviene a seguito della sentenza del Tar dell’Emilia-Romagna che ha sospeso l’ordinanza della Regione dell’8 gennaio scorso, ponendo così le condizioni per la riapertura degli Istituti scolastici superiori già a partire da ieri.
«Il sistema cooperativo metropolitano - spiega Ravaglia - si era già fatto trovare pronto per l’auspicata riapertura del 7 gennaio, poi posticipata dalla Regione al 25 gennaio sulla base delle indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico in seguito all’andamento dei contagi da Covid-19». «Le cooperative di trasporto - aggiunge il presidente di Confcooperative Bologna - avevano già predisposto i pullman aggiuntivi, assunto gli autisti e organizzato la formazione iniziando a testare i percorsi, poi all’ultimo momento è arrivato lo stop per ragioni sanitarie e adesso questo ulteriore cambio in corsa con la riapertura sancita dal Tar. A Bologna e in Emilia-Romagna esiste una stretta e consolidata collaborazione tra le cooperative di trasporto e gli Enti pubblici, in virtù della quale possiamo permetterci di intervenire in maniera tempestiva ed efficace. Tuttavia, alle imprese servono informazioni chiare e in tempi ragionevoli per potersi organizzare al meglio secondo le normative in continua evoluzione».
«Con la riduzione della capienza al 50% - sottolinea Ravaglia - le cooperative hanno aumentato la presenza dei pullman per gli studenti, perché dove ce n’era uno ora ne servono due per trasportare i ragazzi nel rispetto dei distanziamenti. Inoltre, va ricordato che la stragrande maggioranza dei mezzi aggiuntivi che vengono impiegati, sono pullman turistici che altrimenti rimarrebbero fermi per le restrizioni in corso, soprattutto a causa della mancanza di fiere, congressi, eventi, gite scolastiche e organizzate; si consente così di fare lavorare quegli autisti che altrimenti sarebbero fermi».
Infine, dal presidente di Confcooperative Bologna arriva una proposta per il trasporto non di linea. «Gli autisti di NCC (noleggio con conducente) e taxi che in questa fase si trovano con i mezzi fermi o quasi per la mancanza di attività, possono sopperire a ulteriori necessità del trasporto pubblico, soprattutto per le scuole. Mi riferisco in particolare ai piccoli centri della pianura oppure ai numerosi borghi dell’Appennino, dove l’impiego di auto monovolume che possono caricare fino a 4 persone nel rispetto dei distanziamenti può agevolare il trasporto in piena sicurezza e favorire così la riapertura delle scuole».
Laura Viviani