Reggio Emilia: FeDISA, riaprire le residenze per anziani

Reggio Emilia: FeDISA, riaprire le residenze per anziani

lunedì 21 febbraio 2022

La Federazione di Reggio Emilia lancia un appello alle istituzioni chiedendo nuove misure che rompano l'isolamento di ospiti e famiglie

Reggio Emilia: FeDISA, riaprire le residenze per anziani

Un appello a considerare le situazioni di grave disagio vissute da ospiti, famiglie e operatori delle residenze per anziani in seguito alle persistenti restrizioni applicate per la prevenzione del Covid. A lanciarlo è la Federazione diocesana servizi agli anziani, FeDISA, nata su iniziativa della diocesi e di Confcooperative Reggio Emilia.

«Nonostante la dedizione professionale, la vicinanza affettiva e lo sforzo organizzativo profuso da amministratori e operatori per mantenere i contatti tra ospiti e famigliari (visite protette, stanze degli abbracci, contatti online, ecc.), il perdurare della situazione di sostanziale isolamento presente nelle strutture – spiega FeDISA in un documento sottoscritto in pochi giorni da oltre 400 persone, con il 78% rappresentato da familiari – sta fortemente minando la qualità della vita degli ospiti e privando di momenti preziosi le famiglie, frequentemente impossibilitate a mantenere un filo affettivo con i loro cari che non sia filtrato da strumenti inidonei a questa relazione e non sempre accessibili agli ospiti anche per banali difficoltà d’uso».  

La Federazione rappresenta complessivamente 17 strutture, con circa 800 ospiti e 500 operatori e chiede alle istituzioni di prevedere nuove misure di contenimento che prendano in considerazione le difficoltà e le sofferenze vissute in questi 2 anni.

«È del tutto evidente che i benefici generati dalla vicinanza fisica dei propri cari e dalla possibilità di stare insieme non possono essere sostituiti da incontri dietro la finestra, nella stanza degli abbracci e video chiamate, seppure accompagnati da personale competente e amorevole».

«La situazione si era temporaneamente alleggerita nel corso dell’estate – spiega il presidente di FeDISA, Giorgio Faietti –, con esiti importanti e concreti per gli ospiti, la cui graduale ripresa di motivazione alla vita si è misurata in maggiore appetenza, sonno notturno continuo, partecipazione alle attività quotidiane, collaborazione con il personale, condivisioni di gioia e trepidazione per l’attesa del momento di incontro con i familiari».  

«La ripresa dei contagi nell’autunno scorso e nei primi mesi invernali – prosegue Faietti – ha determinato un nuovo inasprimento delle misure di sicurezza, nonostante sia evidente che le residenze per anziani (con vaccinazioni oltre il 95% sia per gli ospiti che per gli operatori) sono state toccate marginalmente dalla nuova ondata pandemica, con pochi casi di contagio ancora presenti, che perlopiù non comportano gravi conseguenze sugli anziani, responsabilmente gestibili dagli operatori».

Le buone prospettive aperte nei mesi precedenti, dunque, si sono di nuovo allontanate, e «molti anziani – come spiega il presidente di FeDISA usando le stesse parole degli ospiti – si sentono inutili e privi di ragion d’essere, limitati nell’uso del corpo, impediti nelle relazioni più significative, sconfortati e demotivati nello spirito».

Da qui, dunque, l’appello alle autorità da parte di FeDISA, degli ospiti, dei familiari e degli operatori della residenze per anziani per la determinazione di nuovi modelli di prevenzione della pandemia; una richiesta associata alla «piena disponibilità costruire insieme i percorsi necessari e utili a garantire ripristino e continuità a percorsi di cura che non si limitino alle pur rilevanti questioni sanitarie, che da sole non garantiscono quella pienezza di vita che sta in capo a ogni persona».

 

  Laura Viviani

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