Ha restituito eccellenti risultati la ricerca sperimentale che il Gruppo Caviro ha realizzato in qualità di soggetto capofila nell’ambito di “Black to the future - Biochar and compost as soil amendment”, il progetto che ha coinvolto quattro Paesi europei (Italia, Spagna, Belgio e Cipro) nella produzione e sperimentazione in campo di un nuovo tipo di fertilizzante denominato CBMix. I dati ottenuti dai test sono stati presentati questa mattina durante un convegno organizzato al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza. In questa giornata di convegno il Gruppo ha fatto il punto sulle attività di ricerca nel mondo degli ammendanti con il focus sul progetto Black to the future e con la presentazione di diversi casi pratici dove agronomi ed agricoltori hanno raccontato la loro esperienza nell’uso di questi ammendanti.
“Questi progetti tracciano le linee per il futuro agronomico e vitivinicolo grazie agli investimenti che il nostro Gruppo mette in campo nell’area di ricerca e sviluppo – ha sottolineato Carlo Dalmonte, presidente Caviro -. Queste iniziative sono espressione e evidenza concreta dell’impegno che la Cooperativa porta avanti in ottica di economia circolare con ricadute tangibili per la nostra filiera. La collaborazione e il fare sistema tra realtà diverse del settore sono la chiave e il valore che rendono possibile questi progetti”.
Il CBMix è una miscela ottenuta dall’unione di ammendante e biochar, la potenzialità di questo nuovo ammendante è quella di unire due fonti carboniose: una biodisponibile quale il compost che va ad aumentare la sostanza organica utile alla vita della pianta ed una recalcitrante che funge da serbatoio di carbonio nel suolo.
Il Biochar è un materiale carbonioso che deriva dalla degradazione termica delle potature agricole che diventa fonte di riserva dei nutrienti, dell’acqua e del carbonio. L’utilizzo di questo prodotto riduce l’impoverimento del suolo, migliorando la resa delle piante, la resilienza ai cambiamenti climatici ed in particolare alla siccità. “CBMix permette al suolo di accumulare acqua e restituire nutrienti alle piante - spiega Rosa Prati, Senior Research Development Manager di Caviro -, stimolando la crescita di microflora positiva, rendendo il terreno più resistente alla siccità e alla desertificazione, e portando la pianta a un maggiore equilibrio”. Il valore aggiunto di questo progetto si ritrova anche nel modello di economia circolare che promuove il Gruppo, dal momento che gli agricoltori sono sia i fornitori della materia prima ma anche gli utilizzatori del prodotto finale.
Questo prodotto è l’ultimo nato fra gli ammendanti di Caviro, dove nel 1995 era stato prodotto su un impianto sperimentale il primo ammendante compostato misto (ACM-Econat) e che è stato seguito dall’ammendante compostato verde (ACV) ed infine dall’ammendante compostato da scarti della filiera agroalimentare (ACFA) per il quale Enomondo, società del gruppo, ha inaugurato a metà 2022 un impianto di circa un ettaro di superficie.
Nei due anni di sperimentazione CBMix, che viene realizzato dalla società Enomondo presso gli stabilimenti di Faenza, è stato distribuito su alcuni terreni in Italia e nei paesi partner per testarne la resa in diverse condizioni climatiche e ambientali, e su colture differenti. A seguire la sperimentazione in Emilia Romagna è stato il “Centro ricerche produzioni vegetali” in collaborazione con l’Università di Bologna, mentre gli enti partner negli altri Paesi sono il “Consejo superior de investigaciones cientìficas” in Spagna, il “Cyprus university of technology” a Cipro e l’“Urban crop solutions” in Belgio.
Il riconoscimento ufficiale di questa tipologia di ammendanti dovrà comunque attendere il recepimento della normativa comunitaria anche nel nostro paese e, per ora, la commercializzazione è legata ai 2 prodotti ammendante e biochar separati in attesa che l’Italia recepisca il RegEU 2019/1009.
Francesco Agresti