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Confcooperative Piemonte, da 50 anni al servizio del territorio

giovedì 6 novembre 2025

Al Museo nazionale dell’automobile di Torino l'evento “50 buone ragioni per cooperare” per celebrare l'importante anniversario

Confcooperative Piemonte, da 50 anni al servizio del territorio

Cinquant’anni di cooperazione, impresa e comunità. Confcooperative Piemonte ha celebrato il suo cinquantesimo anniversario al Museo nazionale dell’automobile di Torino con l’evento “50 buone ragioni per cooperare”, un’occasione per ripercorrere mezzo secolo di storia del movimento cooperativo piemontese e per rilanciare una visione di sviluppo fondata su solidarietà, innovazione e responsabilità condivisa.

Nata nel 1975, Confcooperative Piemonte rappresenta oggi una rete di imprese di fondamentale importanza per l’economia regionale, attive in tutti i settori, dall’agricoltura al welfare, dal credito all’abitare, dalla cultura ai servizi,e capaci di generare occupazione, innovazione e coesione sociale in ogni area del territorio. Le cooperative aderenti costituiscono un presidio stabile nelle città e nelle aree interne, contribuendo in modo concreto alla crescita e alla tenuta del tessuto economico piemontese.

All’evento hanno partecipato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, la vicesindaca di Torino Michela Favaro, il vicario episcopale don Michele Rosselli e numerosi rappresentanti delle istituzioni e del mondo cooperativo. Presente anche la rappresentanza nazionale con il presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini e il direttore generale Fabiola Di Loreto.
La serata ha visto anche la presenza di molte cooperatrici e cooperatori che, con il loro impegno, hanno scritto un pezzo della storia di questi cinquant’anni, testimoniando il valore umano e collettivo della cooperazione come forma d’impresa radicata nel territorio.

Nel suo intervento, Tino Cornaglia, presidente di Confcooperative Piemonte, ha sottolineato il significato profondo di questo anniversario: «Cinquant’anni di cooperazione significano cinquant’anni di fiducia, di lavoro condiviso e di responsabilità verso le comunità – ha dichiarato Cornaglia –. Le nostre cooperative rappresentano una parte essenziale del tessuto produttivo regionale: creano valore che resta nei territori, generano occupazione e promuovono un modello d’impresa capace di unire competitività e solidarietà. Il nostro impegno è continuare a costruire, insieme, un Piemonte in cui sviluppo, equità e partecipazione vadano di pari passo».

Maurizio Gardini, rivolgendo i suoi migliori auguri a Confcooperative Piemonte per i suoi 50 anni di vita, ha ricordato come l’azione di Confcooperative in Italia sia «una lunga storia di presenza sul territorio. Ma è anche una storia di coraggio. Abbiamo celebrato, solo pochi mesi fa, la ricostituzione dell’associazione avvenuta in seguito allo scioglimento dei sindacati da parte del fascismo. Il 24 aprile 1945, quando l’Italia non era ancora ufficialmente liberata, tra i dirigenti che ricostruirono Confcooperative c’erano ben cinque padri costituenti a cui se ne aggiunsero altri due che furono i nostri due primi presidenti. È la storia di una ricostituzione che si lega intimamente alla ricostruzione del nostro paese e che ancora oggi si dimostra fondamentale anche nella salvaguardia dei territori marginali che restano in vita grazie al lavoro delle cooperative. Questa coincidenza, tra padri rifondatori e padri costituenti, simboleggia il profondo legame tra cooperazione, valori fondanti della Repubblica e Costituzione che all’art. 45 riconosce la funzione sociale della cooperazione».

La serata si è conclusa con la performance di Walter Rolfo, “L’Arte di realizzare l’Impossibile”, un momento di riflessione e ispirazione dedicato alla forza delle idee, al cambiamento e al valore della collaborazione. Un messaggio che si lega profondamente allo spirito della cooperazione, quella forma d’impresa che da sempre riesce a rendere possibile ciò che da soli non lo sarebbe: restare nei territori dove altri si fermano, creare valore dove sembrava impossibile, credere ogni giorno in un’economia capace di mettere le persone prima del profitto.

 

  Laura Viviani

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