Confcooperative Fedagripesca esprime ferma preoccupazione per il drastico taglio del 68% ai fondi destinati alla pesca professionale in Europa, proposto nell’ultima manovra comunitaria sul Bilancio Ue 2028-2034, una scelta incomprensibile che mette a repentaglio non solo migliaia di posti di lavoro ma l’intera filiera europea, pilastro della sicurezza alimentare e della tutela marittima. “Se le risorse destinate al settore sono di circa 2 miliardi di euro, all’appello mancherebbero circa 4 miliardi. Sono a rischio 7 imprese ittiche su 10. A preoccupare non solo la dotazione finanziaria ma la creazione di un fondo unico trasversale a diversi settori, rendendo meno efficaci gli interventi”, afferma Paolo Tiozzo, vicepresidente Confcooperative Fedagripesca. I numeri evidenziano l’importanza strategica del settore. In Europa la pesca professionale garantisce 350.000 occupati diretti (fonte: Eurostat 2024), fornisce il 65% del pesce consumato nell’UE con un fatturato annuo di 37 miliardi di euro e sostiene 3.000 comunità costiere preservando identità e tradizioni secolari. La drastica riduzione dei fondi, denuncia l’associazione, compromette irrimediabilmente tre pilastri fondamentali: la sicurezza alimentare, la transizione ecologica poiché senza fondi saranno impossibili rinnovi flotte, tecnologie verdi e contrasto alla pesca illegale, e la coesione sociale mettendo a rischio il futuro di intere aree costiere già fragili. "Chiediamo alle istituzioni europee e nazionali di rettificare immediatamente questa decisione miope", conclude Tiozzo sottolineando che "la pesca professionale non è un costo ma un investimento strategico: garantisce cibo di qualità, difende gli ecosistemi marini e frena lo spopolamento dei territori, e tagliare i fondi equivale a svendere il nostro mare e la nostra cultura". Le cooperative chiedono con urgenza il ripristino delle risorse necessarie per sostenere la pesca e l’acquacoltura.
Alessandra Fabri