Sono diverse le esperienze innovative realizzate negli ultimi anni dalle imprese cooperative nell’ambito del Senior Housing. Confcooperative Habitat ha organizzato un evento durante Urban Promo, a Firenze, per raccontarle e promuoverne la diffusione anche con l’obiettivo di creare alleanze e con istituzioni, fondazioni, finanza e coinvolgere un maggior numero di realtà in una forma di collaborazione che permetta di replicare questi esempi virtuosi.
Una giornata aperta con il racconto delle esperienze già realizzate, come quella del consorzio Fabrica, con il Villaggio over65 Novoli a Firenze. Nel pomeriggio poi la tavola rotonda "Senior housing: una nuova dimensione di vita sociale" moderata da Flaviano Zandonai, alla quale sono intervenuti: Marco Nerattini, direttore Società della Salute di Firenze, Edoardo Ristori, responsabile Settore Volontariato, Filantropia e Beneficenza, Fondazione CR Firenze, Luca Gori, presidente Fondazione CR Firenze Pistoia, Lorenzo Terzani, presidente Consorzio Fabrica, Laura Colini, Università Iuav di Venezia, e Serena Spinelli, assessore ai Servizi Sociali della Regione Toscana.
Il modello cooperativo del Senior Housing si basa sul protagonismo dell’utente, che diventa un soggetto attivo, e non il semplice cliente di un servizio, di un progetto che coniuga autonomia abitativa e assistenza socio-sanitaria in una prospettiva di socializzazione e di vita comunitaria. Per realizzare iniziative di questo tipo è necessario però il coinvolgimento di diverse figure professionali che mettano a disposizione competenze legate all’aspetto immobiliare oltre che sanitario e socio assistenziale.
«Una sinergia che è tipica del modello cooperativo e che può essere concretizzata in modalità differenti – ha commenta il presidente di Confcooperative Habitat, Alessandro Maggioni –. Ad esempio integrando progetti di Senior Housing e Housing Sociale, con il convenzionamento di proprietà private o utilizzando proprietà pubbliche per abbattere il canone di locazione e fornendo i servizi in forma convenzionata con quote stabilite secondo la fascia Isee».
«Il modello tipico della cooperazione di abitanti e dell’housing sociale (abitare e comunità) viene esaltato quando si tratta di persone anziane in un contesto di forte solitudine – aggiunge Maggioni – e permette di raggiungere il duplice scopo di far emergere gli anziani dal clima di isolamento in cui spesso vivono, inserendoli all’interno di una comunità, e allo stesso tempo garantire l’erogazione di servizi a costi adeguati e onesti attraverso la gestione condominiale delle utenze, evitando le proposte delle campagne di marketing spesso aggressive nei confronti delle persone anziane e sole».
I servizi attivabili a richiesta dagli abitanti sono più efficienti ed economici se gestiti in un contesto di comunità come il senior housing dove è possibile programmarli e attivarli in forma collettiva. Per quanto riguarda il target poi, coinvolge un mix di persone interessante poiché progetti di questo genere contribuiscono a dare risposte utili a una pluralità di persone in situazioni economiche e sociali diverse.
Laura Viviani