«Il Paese ha bisogno di un processo riformatore. Il tema dell’assistenza primaria agli anziani è attuale da 30 anni: oggi la necessità di procedere alla sua realizzazione è stata catalizzata dalla pandemia. La posizione di Confcooperative Sanità è chiara da tempo: occorre una regia nazionale unica, che superi le impasse originate dal Titolo V. Un’assistenza domiciliare “matura” consentirebbe di erogare 240 ore di assistenza all’anno per 1 milione di anziani grazie a 112mila operatori specializzati. Il PNRR potrebbe esserne lo strumento per realizzare la riforma». È quanto sostenuto da Giuseppe Milanese, presidente di Confcooperative Sanità nel corso di “Valore e dignità alla persona".
L’incontro è stato aperto da un videomessaggio del ministro della Salute Roberto Speranza «Vogliamo diventare il primo paese in Europa per assistenza domiciliare, superando il 10% con un grande investimento pubblico. La sfida dei prossimi mesi sarà riformare il servizio sanitario nazionale e provare anche a far tesoro della lezione di questi mesi così drammatici. E la prima lezione fondamentale sarà proprio quella di rafforzare la sanità sul nostro territorio».
Al dibattito sono invece intervenuti Erika Stefani, ministra per le Disabilità; Mons. Vincenzo Paglia, coordinatore Commissione Riforma Assistenza Sanitaria e Sociosanitaria; Paola Taverna, vicepresidente del Senato; Annamaria Parente, presidente Commissione Igiene e Sanità, Senato della Repubblica; Paola Boldrini, vicepresidente Commissione Igiene e Sanità, Senato della Repubblica; Maria Teresa Bellucci e Roberto Bagnasco, Commissione Affari Sociali, Camera dei Deputati; Vanna Iori e Matteo Richetti, Commissione Igiene e Sanità, Senato della Repubblica.
Di interventi su misura per le persone con disabilità ha parlato la Ministra Stefani: «La pandemia ha messo in luce l'esigenza di indirizzare le scelte in campo sanitario verso un modello sempre più orientato a servizi territoriali, capillari e diffusi. In quest'ottica è ancor più urgente che alle persone con disabilità sia garantita un'attenzione puntuale».
«Il cuore della riforma proposta dalla Commissione – dice Monsignor Paglia – è costituito dalla “presa in carico” dell’anziano attraverso il cosiddetto “continuum assistenziale”, che prevede l’intero spettro dei servizi necessari agli over 65 in ambito domiciliare, semiresidenziale e residenziale».
Il PNRR, secondo Taverna «rappresenta un’occasione unica per correggere, ricostruire e ripartire, immaginando nuove soluzioni in campo sanitario e socioassistenziale».
«Occorre una soluzione nazionale - sottolinea Parente - che preveda di affrontare tre punti fondamentali, quali: il rapporto Stato-Regioni, la questione pubblico-privato e la formazione di operatori sociosanitari, che lavorino in equipe coordinate con il personale infermieristico».
Boldrini «Non vi è dubbio che la pandemia abbia rivelato le vulnerabilità di un SSN che ha retto l'urto, questo non va dimenticato, ma necessita oggi di un rafforzamento in varie direzioni». Iori «Nel mettere al centro del servizio sanitario la casa ed il territorio, è importante puntare sulla formazione degli operatori sociosanitari per umanizzare la cura». Richetti «Va profondamente riformato l’intero sistema sanitario». Bagnasco «La lacunosa organizzazione del Sistema Sanitario Nazionale ha fatto emergere il problema dell’assistenza territoriale». Bellucci «È assolutamente fondamentale che l’Italia passi da una modalità ospedalo-centrica al potenziamento dei servizi territoriali di prevenzione, di promozione della salute e di cure primarie».
Francesco Agresti