Salute: Milanese, la sanità del futuro riparta dall’assistenza primaria

Salute: Milanese, la sanità del futuro riparta dall’assistenza primaria

lunedì 14 marzo 2022

Tavola rotonda a Roma con il dg Salute della Commissione Ue Gallina e monsignor Paglia

Salute: Milanese, la sanità del futuro riparta dall’assistenza primaria

Rifondare il Servizio Sanitario Nazionale affinché sia in grado di misurarsi con i bisogni assistenziali di una società destinata inesorabilmente a invecchiare: è questa una delle sfide cruciali che il Paese dovrà affrontare nei prossimi mesi. Così diventa urgente avviare una legge di riforma strutturale dell’assistenza primaria.

 

Va in questa direzione la proposta di Confcooperative Sanità, organizzazione che rappresenta circa 400 tra cooperative di medici, farmacisti, professionisti sanitari e sociosanitari con un fatturato aggregato di oltre 10,5 miliardi, 140mila soci e 25mila occupati.  

 

Proprio del futuro della sanità italiana si è parlato oggi a Roma nel corso della tavola rotonda “La sanità di domani, tra interrogativi e certezze”, organizzato nel Palazzo della Cooperazione a Roma.

 

«Un progetto di riforma radicale che metta al centro la persona è quello che serve al sistema della salute – ha sottolineato il presidente di Confcooperative Sanità, Giuseppe Milanese – e si tratta di un passaggio necessario per riconfigurare il nostro modello di welfare, perché sia maggiormente rispondente ai bisogni sociosanitari di una popolazione longeva con patologie cronico-degenerative e diffuse situazioni di disabilità o non autosufficienza».

 

«La nostra idea di assistenza primaria – ha precisato - è un sistema compiuto di servizi extraospedalieri, con al centro il cittadino e la sua quotidianità, volto a completare l’architettura del modello di cure e a rinsaldarne, al contempo, le basi».

 

Il confronto sul futuro del Ssn è entrato nel vivo con le linee progettuali del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza da una parte e con la riforma dell’assistenza territoriale in corso di approvazione dall’altra, fissando le coordinate entro le quali si muoverà la prossima sanità in termini di modelli, risorse e investimenti.  

 

«Tale prospettiva di cambiamento, a tutti gli effetti imponente – ha concluso Milanese - prevede cospicue opportunità per l’ammodernamento e lo sviluppo del sistema, in virtù del complessivo rafforzamento della sanità di territorio, di investimenti importanti nella telemedicina, del riconoscimento del domicilio quale principale luogo di cura dei pazienti fragili. Tuttavia è fondamentale che la spinta riformatrice non si esaurisca nella sola costruzione o ristrutturazione di nuovi presidi, ma punti sulla messa a sistema delle esperienze virtuose, pubbliche e private, già esistenti nei territori; sulla formazione di personale specializzato che ad oggi manca; sul rafforzamento della committenza pubblica, lasciando l’erogazione dei servizi a coloro che li hanno garantiti efficacemente in questi anni; ad un sistema di cure domiciliari autenticamente improntato alla logica della Long Term Care».


"Il nuovo Ssn - ha sottolineato il presidente di Confcooperative  Gardini - va costruito sulla base di una logica sussidiaria e di partenariato, le risorse del Pnrr vanno utilizzate per investire sulle professionalità di cui abbiamo un gran bisogno".

Per Stefano Granata, presidente di Confcooperative Federsolidarietà, "solo attraverso una reale integrazione tra sanitario e sociale potrà esserci una piena presa in carico della persona".

 

E della necessità di un nuovo paradigma ha parlato monsignor  Vincenzo Paglia, in qualità di presidente della Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana, "la cura - ha detto - deve arrivare nelle case di chi ha bisogno, l'assistenza domiciliare continuativa e integrata deve essere il punto di partenza da cui costruite un nuovo modello di welfare".

Da Bruxelles  sono arrivate le rassicurazioni di Sandra Gallina, direttore generale della Salute e della sicurezza alimentare Commissione europea, "le risorse ci sono, aspettiamo progetti validi su cui poter investire per ridisegnare la sanità dei paesi europei".

Alla tavola rotonda sono intervenuti parlamentari delle commissioni Affari sociali della Camera e di quella di Igiene e sanità del Senato, oltre alla vicepresidente di palazzo Madama, Paola Taverna.

Per Annamaria Parente, presidente della Commissione Igiene e sanità del Senato, "le risorse del Pnrr sono un'opportunità che non va sprecata, investire su progetti in grado di rispondere ai bisogni concreti delle persone"

Paola Taverna, vice presidente del Senato ha sottolineato come "occorra partire dai bisogni, mettendo le persone, i loro bisogni, al centro della progettazione del nuovo Ssn"

"Abbandonare la logica centralista" è invece la richiesta di Maria Teresa Bellucci, Commissione Affari sociali della Camera , secondo cui  il nuovo Ssn deve essere costruito "valorizzando il ruolo della cooperazione, del terzo settore"

Del giusto equilibrio  tra ruolo pubblico e privato sociale, ha invece parlato Nicola Stumpo, della Commissione Affari sociali della Camera, "un equilibrio che deve valorizzare il contributo che ciascuno deve e può dare per realizzare un sistema nazionale in grado di rispondere al meglio ai bisogni"

"Il superamento delle differenze territoriali" è invece per Matteo Richetti, Commissione Igiene e sanità, è pre condizione per ogni progetto di riforma"

  Francesco Agresti

Riproduzione riservata ©
196

Territorio