Ripristinare nel decreto legge “Aiuti” il credito d’imposta per far fronte al caro energia legato alla guerra in Ucraina. A chiederlo al Governo è l’Alleanza delle Cooperative Pesca preoccupata per l’aumento esponenziale dei costi di gestione che hanno visto raddoppiato il prezzo del carburante rispetto ad un anno fa.
“Il nostro è un settore fortemente energivoro, dove le spese per il carburante pesano anche l’80% sul totale dei costi. Con una crisi energetica come quella che stiamo vivendo, che vede il gasolio a 1,10 ovvero+ 24% rispetto alla settimana precedente, dobbiamo poter dare strumenti concreti alle imprese per continuare a lavorare”, sottolinea l’Alleanza.
Oltre al credito d’imposta, l’attenzione della cooperazione è sul pacchetto di misure al vaglio dell’Europa, una su tutte il fermo volontario oggetto di una modifica al fondo europeo per il settore (Feamp) che consentirà di indennizzare, come avvenuto per il covid, il fermo volontario dell’attività di pesca, attuato oggi dagli operatori per calmierare l’aumento dei costi di gestione.
Il nodo da sciogliere, fa sapere l’Alleanza, è che allo stato attuale, a beneficiarne sarebbero solo i pescatori romeni e bulgari, che operano nel Mar Nero, perché direttamente interessati dal conflitto. “Non sono solo i pescatori di Romania e Bulgaria da essere danneggiati. Anche in Italia c’è chi non esce in mare o esce meno perché è diventato antieconomico pescare. È fondamentale che forme di sostegno come quelle del fermo volontario valgano per tutti, no alle discriminazioni”, conclude la cooperazione.
Alessandra Fabri