Covid19: Inail, 70% contagi lavoro in sanità e assistenza sociale

Covid19: Inail, 70% contagi lavoro in sanità e assistenza sociale

venerdì 23 aprile 2021

Covid19: Inail, 70% contagi lavoro in sanità e assistenza sociale

Tra le attività produttive, il settore della sanità e assistenza sociale, che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili, è al primo posto con il 67,5% dei contagi Covid denunciati e il 27,4% dei casi mortali codificati, seguito dall'amministrazione pubblica (attività degli organismi preposti alla sanità, asl, e amministratori regionali, provinciali e comunali), con il 9,2% dei contagi e il 9,6% dei casi mortali. 

 
E' quanto si legge nel 15esimo report nazionale sui contagi sul lavoro da Covid-19 elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell'Inail. Gli altri settori più colpiti sono il noleggio e servizi di supporto alle imprese (vigilanza, pulizia e call center), il manifatturiero (addetti alla lavorazione di prodotti chimici e farmaceutici, stampa, industria alimentare), le attività dei servizi di alloggio e ristorazione, il trasporto e magazzinaggio, al secondo posto per numero di decessi con il 13,2% del totale, le altre attività di servizi (pompe funebri, lavanderia, riparazione di computer e di beni alla persona, parrucchieri, centri benessere…), il commercio all'ingrosso e al dettaglio e le attività professionali, scientifiche e tecniche (consulenti del lavoro, della logistica aziendale, di direzione aziendale). Rispetto al trend osservato nella 'seconda ondata' dei contagi, nei mesi di febbraio e marzo emerge un'inversione di tendenza. 
 

Limitando l'analisi alle denunce presentate nell'ultimo bimestre, infatti, la sanità e assistenza sociale scende sotto la soglia del 50% dei casi codificati, riposizionandosi sugli stessi livelli del periodo estivo, grazie probabilmente all'efficacia delle vaccinazioni, che hanno coinvolto in via prioritaria il personale sanitario. Altri settori produttivi, come i trasporti, i servizi di alloggio e ristorazione, il commercio e i servizi di informazione e comunicazione, che nel bimestre febbraio-marzo 2021 raccolgono complessivamente circa il 20% delle denunce, registrano invece un incremento delle infezioni lavoro-correlate.Prendendo in considerazione la professione dei lavoratori contagiati, circa un terzo delle morti riguarda il personale sanitario e socio-assistenziale. La categoria dei tecnici della salute, in particolare, è quella più colpita, con il 38,5% dei casi denunciati, l'82,7% dei quali relativi a infermieri, e l'11,4% dei decessi codificati (il 67,7% infermieri). Seguono gli operatori socio-sanitari con il 19,0% delle denunce (e il 5,2% dei decessi), i medici con l'8,8% (6,8% dei decessi), gli operatori socio-assistenziali con il 7,2% (2,8% dei decessi) e il personale non qualificato nei servizi sanitari (ausiliario, portantino, barelliere) con il 4,8% (4,1% dei decessi). Tra le altre professioni spiccano gli impiegati amministrativi, con il 4,2% delle denunce e l'11,1% dei casi mortali, gli addetti ai servizi di pulizia, i conduttori di veicoli e i direttori e dirigenti amministrativi e sanitari. 

Dividendo il periodo di osservazione in tre intervalli - fase di lockdown (fino a maggio 2020 compreso), fase post lockdown (da giugno a settembre 2020) e fase di seconda ondata dei contagi (ottobre 2020-marzo 2021) - per le professioni sanitarie si osserva una progressiva riduzione dell'incidenza dei casi tra le prime due fasi e una risalita nella terza. In particolare, la categoria dei tecnici della salute, composta prevalentemente da infermieri, è passata dal 39,2% del primo periodo al 23,4% del quadrimestre giugno-settembre, per poi ritornare al 38,7% nell'ultimo semestre, in calo comunque da febbraio 2021. Analogo andamento per i medici, scesi dal 10,1% della fase di lockdown al 5,5% di quella post lockdown per poi registrare l'8,3% nella seconda ondata, con un decremento nell'ultimo bimestre.

 
 

 

 

  Francesco Agresti

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