Bene la legge delega al governo è l’inizio di una riforma storica attesa nel nostro paese da almeno 20 anni. La riforma del sistema però deve passare attraverso una sapiente programmazione del personale. Occorrono risposte rapide e su alcune di queste, fondamentali, siamo già pronti come sistema cooperativo a dare il nostro apporto. La nostra proposta, per l’assistenza primaria, infatti, è l'operatore sociosanitario specializzato in grado di formarsi velocemente e di rispondere ai bisogni delle persone, e far finalmente decollare l’assistenza sociosanitaria che aiuterebbe anche il sistema ospedaliero, oltre alle persone, contribuendo a ridurre in maniera significativa l’ospedalizzazione impropria, nota criticità del nostro sistema sanitario». Lo dice Giuseppe Milanese, presidente di Confcooperative Sanità in audizione al Senato sulle deleghe al governo in materia di politiche in favore degli anziani non autosufficienti.
«L’adozione di una legge quadro per gli anziani non autosufficienti giova alla coesione sociale e, in prospettiva, può avere un rilevante impatto occupazionale, soprattutto per le giovani generazioni in termini di lavoro qualificato. Abbiamo registrato con preoccupazione negli anni l’andamento dell’assistenza primaria in questo Paese, che ha un’età media di 46,2 anni, ma oltre la metà dei nostri anziani non autosufficienti non riceve servizi né di tipo sanitario né di tipo sociale. Noi viviamo tanto ma non in buona salute e pesa anche la disuguaglianza territoriale. La legge delega data al governo può dare finalmente delle risposte importanti anche per garantire l’omogeneità del sistema sanitario».
«Bisogna porre l’accento, inoltre, sulla libertà di scelta, sul merito e sulla qualità. Occorre accelerare il percorso di affidamento dei servizi accreditati in modo che possano essere i cittadini a scegliere. Occorre valorizzazione le reti multi professionali connettendo anzitutto medici di base e farmacie dei servizi ed erogatori sociosanitari sul territorio. È necessaria la misurazione dei risultati in termini di qualità e sostenibilità economica dei servizi».
«Abbiamo più badanti che personale impegnato nel sistema assistenziale. Se ci sono risorse aggiuntive occorre investire in un sistema in grado di fornire prioritariamente servizi agli anziani. Per questo importante lavoro ribadiamo la più ampia disponibilità a dare il nostro contributo per collaborare fattivamente con il Comitato Interministeriale per la Popolazione Anziana finalizzato ad armonizzare anche a livello territoriale il sistema dei servizi, dando il giusto valore anche all’aspetto umano di chi presta assistenza».
Laura Viviani