Il presidente di Confcooperative Sanità, Giuseppe Milanese, ha accolto positivamente, ma con cautela la proroga sull’applicazione delle misure sulla selezione degli accreditati, facendo presente che, se il Tavolo Ministeriale non scioglierà i dubbi, si rischia di generare danni irreparabili al sistema sociosanitario. "La sospensione prevista dall'articolo 36 della Legge per il mercato e la concorrenza è un passo necessario per correggere le modifiche introdotte dall’articolo 15 della Legge concorrenza 2021", ha dichiarato Milanese. "Se applicata senza modifica, ovvero se interpretata malamente, questa norma trasforma l'accreditamento in una gara d’appalto, mettendo a rischio la qualità e l’efficacia dei servizi".
Con la sospensione dell’articolo 15 della Legge 118/2021, fissata fino al 31 dicembre 2026, si apre invece un’opportunità per rivedere la disciplina sugli accreditamenti e gli accordi con il SSN. Tuttavia, Milanese avverte: "Le Regioni, da qui al 2026, potrebbero implementare disposizioni attuative, come già accaduto, che potrebbero peggiorare la situazione. Abbiamo infatti visto la pubblicazione di bandi che non contenevano tra i criteri soltanto la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni, ma criteri economici premianti l’offerta di sconti sulle tariffe. Non può trasformarsi l’accreditamento in una gara al ribasso, ove vince chi riesce ad applicare sconti aggressivi. Questo è un pericolo enorme per la qualità dei servizi e per la sostenibilità del sistema".
E aggiunge con forza: "Non possiamo più rimandare. È urgente intervenire, la norma deve essere rivista subito per garantire qualità, trasparenza e equità, senza lasciare spazio a interpretazioni pericolose".
Confcooperative Sanità ha già fatto sentire la propria voce al Ministero della Salute, chiedendo anche che l’affidamento a soggetti no-profit resti una garanzia di qualità e prossimità dei servizi. "Non stiamo cercando di favorire un modello rispetto a un altro, ma di rispondere ai bisogni concreti delle persone. Gli enti no-profit devono poter garantire gli stessi standard qualitativi delle strutture private, con un occhio di riguardo all’accesso universale alle cure, come prevede la Costituzione", ha spiegato Milanese. "La missione sociale di queste organizzazioni è la vera garanzia di qualità, e non si può permettere che meccanismi di competizione al ribasso mettano in pericolo la qualità dei servizi e il diritto alla salute".
Milanese ha poi denunciato un altro grave problema: "In questo quadro complicato, inoltre, molte Regioni non hanno provveduto a un aggiornamento sistematico e organico delle tariffe per i servizi sociosanitari, creando difficoltà enormi per le aziende, comprese le cooperative, nel sostenere i costi necessari per garantire un servizio di qualità, soprattutto per i soggetti più fragili". E non è solo un problema di cifre, ha continuato, "La giungla tariffaria e la mancanza di trasparenza nelle tempistiche di aggiornamento creano incertezza e rischiano di compromettere la sostenibilità delle strutture che occupano migliaia di professionisti sanitari".
“Infine, riguardo all’esercizio temporaneo dei professionisti sanitari formati all’estero, Milanese ha chiarito: "Sì, alla misura temporanea, ma non illudiamoci che possa risolvere il problema del fabbisogno di personale a lungo termine. Le cure ai cittadini non possono gestite attraverso continue soluzioni emergenziale. Serve una pianificazione strutturale che rafforzi la formazione del personale sanitario in Italia e ne valorizzi le competenze".
In conclusione, Confcooperative Sanità ribadisce la necessità di una normativa che sostenga davvero il sistema sociosanitario, tutelando i principi costituzionali e il diritto alla salute. "Le regole devono essere semplici, chiare e trasparenti per evitare il caos normativo", ha concluso Milanese. "Non possiamo permetterci che il sistema di accreditamento diventi un campo di battaglia tra differenti interpretazioni ed applicazioni della stessa normativa. Occorre un percorso condiviso e lineare, che metta al centro la qualità dei servizi e la sostenibilità del sistema sanitario".
Alessandra Fabri