Bene la Regione su promozione e sostegno alle comunità energetiche rinnovabili (CER) e dell’autoconsumo collettivo. Il plauso all’iniziativa legislativa della Giunta regionale di Confcooperative Consumo e Utenza Emilia Romagna, che riunisce tra le altre le cooperative che operano nel settore delle utenze e degli acquisti collettivi e nell’autoproduzione di energia elettrica. La Federazione infatti ha dichiarato di condividere l’impianto generale del progetto di legge che la Regione Emilia-Romagna ha presentato nei giorni scorsi e annunciato oggi, finalizzato ad accelerare l’attuazione delle direttive europee e dei decreti legislativi e ministeriali attraverso incentivi provenienti dal Pnrr e dai Fondi strutturali.
«Auspichiamo che il testo del progetto di legge sulle comunità energetiche possa essere ulteriormente migliorato durante l’iter di approvazione in assemblea legislativa regionale, attraverso un atteso confronto con le Associazioni di rappresentanza e la partecipazione di diversi stakeholder – dichiara Roberto Savini, presidente Confcooperative Consumo e Utenza nazionale e regionale –. Vogliamo ribadire l’importanza di una maggiore valorizzazione dei principi che devono ispirare le comunità energetiche quali democrazia, partecipazione, assenza di scopo di lucro e mutualità».
Savini sottolinea inoltre come Confcooperative sia da tempo impegnata a tutti i livelli (territoriale, regionale e nazionale) a promuovere lo sviluppo di comunità energetiche in forma cooperativa, «in quanto – sottolinea – la cooperativa rappresenta la forma di impresa ideale e che meglio si adatta, sia dal punto di vista giuridico-societario che da quello economico-organizzativo, al raggiungimento dello scopo sociale individuato dalle direttive europee e dai decreti legislativi nazionali per le comunità energetiche».
«Nel Pnrr sono previsti ben 2,2 miliardi di euro per la costituzione delle comunità energetiche rinnovabili – aggiunge Francesco Milza, presidente Confcooperative Emilia Romagna –. Privati cittadini, imprese, associazioni ed enti locali possono partecipare nell’ottica di “prosumer”, cioè non solo come consumatori di energia elettrica ma anche come produttori. La cooperazione è pronta a mettere in campo competenze e professionalità per avviare con le Istituzioni progetti capaci di affrontare contestualmente il tema della povertà energetica, la necessaria transizione ecologica verso le energie rinnovabili e la riduzione seppure parziale della dipendenza nelle fonti di approvvigionamento dall’estero, che è tra le principali cause del caro-bollette che ci riguarda tutti».
Laura Viviani