Commissione Donne a ministre Calderone e Roccella, ecco come migliorare parità e occupazione femminile

Commissione Donne a ministre Calderone e Roccella, ecco come migliorare parità e occupazione femminile

giovedì 13 giugno 2024

Le ministre di Lavoro e Famiglia a confronto con le cooperatrici

Commissione Donne a ministre Calderone e Roccella, ecco come migliorare parità e occupazione femminile

Cooperatrici e governo a confronto per costruire insieme politiche per la promozione della parità di genere e della partecipazione delle donne al mercato del lavoro.

Donne e Parità di Alleanza delle Cooperative ha incontrato la ministra del lavoro Elvira Calderone e quella per la Famiglia Eugenia Roccella

Le donne sono la forza motrice del movimento cooperativo di Alleanza delle Cooperative Italiane. Rappresentano il 50% dei soci delle cooperative ed il 60% del totale degli occupati (nel caso della cooperazione sociale si arriva anche al 70%). Hanno una buona presenza nei CdA e nei livelli apicali (26%), rispetto ad altre forme di impresa. Le imprese cooperative, sono spesso strumento per la realizzazione di progetti di autoimprenditorialità femminile che rappresentano il 30% del totale delle cooperative associate.

Ecco le principali proposte della cooperazione

CONTRASTO ALLA VIOLENZA DI GENERE La recente Intesa Stato/Regioni penalizza fortemente la cooperazione sociale. È più che ragionevole che sia richiesto che questa attività sia presente nell’oggetto sociale che debba esserci un’esperienza consolidata, ma è assolutamente inaccettabile che debba essere l’attività prevalente per poter dirigere un centro convenzionato. Inoltre, è da evidenziare la necessità di definire i servizi sopra citati come livelli essenziali di assistenza, per garantire uniformità di standard delle strutture convenzionate che non possono e non devono essere lasciate alla sensibilità del singolo soggetto o territorio.

CERTIFICAZIONE DELLA PARITÀ DI GENERE Riteniamo la UNI/Pdr 125:2022 un’ottima operazione che vede da tempo il movimento cooperativo fortemente impegnato nel conseguimento della certificazione. Ravvisiamo tuttavia la necessità di approfondire le caratteristiche proprie delle nostre imprese per alcune criticità emerse. In primis la necessaria ratifica della direttiva europea circa la rimodulazione delle categorie dimensionali di imprese che possono avere un forte impatto a cominciare dalle misure agevolative per la certificazione e non solo (es. una cooperativa sociale con 600 lavoratori difficilmente avrà lo stesso fatturato e la stessa marginalità sui servizi offerti di un altro tipo di impresa), è anche il fatto che nel CCNL delle cooperative sociali non è riconosciuto il contratto di dirigente.

MATERNITÀ, GENITORIALITÀ, DENATALITÀ Sarebbe importante potenziare il congedo di paternità obbligatorio, oltre che il finanziamento e piena attuazione del familiy act. La condivisione dei carichi e delle misure potrebbe essere una soluzione alla denatalità, in aggiunta all’esigenza di lavoro stabile e dignitoso e delle condizioni per favorire la stabilità economica di lungo periodo per consentire la vita autonoma dalle proprie famiglie.

FONDI E BANDI Il Fondo per l’Imprenditoria Femminile negli ultimi due anni ha ricevuto un flusso di risorse importante, anche se non sufficiente, visto il rapido esaurimento delle stesse nei bandi dedicati. I fondi per l’avvio di nuove realtà sono necessari, tuttavia abbiamo ribadito la necessità di non limitarsi solo alla fase di avvio, ma di pensare a misure ad hoc per il consolidamento, perché è quella la fase nella quale le donne trovano più difficoltà. 

WORK LIFE BALANCE Le cooperative sono imprese attente alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro: il 30% ha attivato progetti e politiche in questo senso. Il tema del work life balance è fortemente diffuso sia all’interno delle nostre cooperative che al servizio dei territori e delle PMI quale funzione sociale di superamento al principale ostacolo dell’occupazione femminile.

PENSIONI La difficoltà nell’accesso al lavoro e nel mantenimento dell’occupazione (work life balance, richiesta part-time o abbandono del lavoro in caso di maternità…) hanno notevoli ripercussioni sugli aspetti pensionistici. Sarebbe importante quindi lavorare al potenziamento dei periodi di distacco genitoriale riconosciuti con contribuzione a fini previdenziali.

GENDER GAP La mancata conciliazione dei tempi di vita e lavoro è ostacolo principe, ma il condizionamento culturale e la presenza di stereotipi stratificati non facilita il superamento di ciò che si frappone a una piena realizzazione delle donne del nostro Paese. Auspichiamo un approfondimento sulla differenza tra salari maschili e femminili per superare i gap ancora presenti.

 

  Francesco Agresti

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