«Riconoscere tra i Lea (Livelli essenziali di assistenza) i servizi di accoglienza, protezione e tutela garantiti dai centri antiviolenza così che ogni donna vittima di abusi possa trovare risposte concrete e immediate in ogni parte d'Italia». È la richiesta che Anna Manca, vicepresidente di Confcooperative e presidente della Commissione dirigenti cooperatrici, lancia in occasione della giornata di contrasto alla violenza contro le donne
«La convenzione di Istanbul prevede 1 centro antiviolenza ogni 10.000 abitanti. Con una popolazione di 60 milioni, nel nostro Paese dovrebbero esserne attivi almeno 6.000. Tra centri violenza e case rifugio sono circa 1000».
«Lo sdegno e il dolore persistono e siamo stanche di parole, siamo stanche di banalizzazione e di discorsi, molti fuori luogo, inutili passerelle per il 25 novembre. Sappiamo che serve un lavoro profondo e costante. Per questo continuiamo con determinazione la campagna #Fattisentirecontrolaviolenza lanciata da oltre due anni estendendo sempre più la rete delle collaborazioni con tutti i soggetti, le associazioni impegnate in azioni di contrasto o di promozione della cultura del rispetto e della non violenza. Ma soprattutto cerchiamo di far conoscere e valorizzare l’azione e le professionalità delle nostre cooperative impegnate in prima linea su tutto il territorio nazionale in servizi di accoglienza tutela e protezione, nonché di inclusione lavorativa delle donne vittime».
«Ora però tocca agli uomini, tocca a loro assumersi la responsabilità dei loro comportamenti individuali e condannare sempre pubblicamente le situazioni in cui le donne non vengono rispettate. Solo così - aggiunge Maurizio Gardini presidente di Confcooperative - si potrà essere protagonisti del vero cambiamento culturale e aiutare le nuove generazioni a costruire relazioni sane».
Alessandra Fabri