Sostenibilità: Gardini, dalle nostre cooperative investimenti green per 1,9 mld, +26%

Sostenibilità: Gardini, dalle nostre cooperative investimenti green per 1,9 mld, +26%

martedì 18 febbraio 2025

Lavorano oltre 1/3 del totale degli scarti tessili raccolti in Italia

Sostenibilità: Gardini, dalle nostre cooperative investimenti green per 1,9 mld, +26%

«Le cooperative hanno investito 1,9 miliardi di euro in iniziative legate alla sostenibilità, segnando un incremento del 26,6% rispetto all’anno precedente». Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, sottolinea che «le cooperative sono pronte a fare ancora di più, ma evidenzia anche come la spesa burocratica e normativa freni ulteriormente gli investimenti green, con oltre 360 milioni di euro destinati a questi oneri. Un’impresa su due, infatti, richiede un forte intervento delle istituzioni per facilitare gli investimenti in sostenibilità». Gardini ne parla in occasione della Giornata del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili.

 

Confcooperative conferma il proprio impegno verso la sostenibilità ambientale e ha aderito anche quest’anno a "M’illumino di meno 2025", l’iniziativa promossa da "Caterpillar" Radio2 che nell’edizione in corso apre un focus sul riutilizzo degli scarti tessili del fast fashion. Settore, questo, che vede il protagonismo delle cooperative sociali che con la loro esperienza trentennale, si stanno confermando come attori essenziali non solo per ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti tessili, ma anche per favorire l’inclusione lavorativa e sociale, creando nuove opportunità in un settore ad alto potenziale. La filiera del riuso dei tessuti, infatti, si configura come una delle soluzioni più promettenti per rispondere alle sfide ambientali e occupazionali del nostro Paese.

 

Un aspetto particolarmente significativo è il contributo delle cooperative sociali nella gestione dei rifiuti tessili. In particolare la rete di 40 cooperative sociali, di Confcooperative Federsolidarietà, che operano in 11 regioni, raccolgono oltre un terzo delle 170 mila tonnellate di rifiuti tessili generati annualmente in Italia. Si tratta di più di 57.000 tonnellate di capi, raccolti tramite più di 10.000 cassonetti distribuiti sul territorio. Questa filiera non solo genera un fatturato di oltre 200 milioni di euro, ma impiega circa 6.000 persone, di cui 1.500 sono lavoratori fragili, contribuendo così a percorsi di inclusione sociale e a una maggiore giustizia economica.

 

Ma c’è di più: secondo l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), ogni anno in Italia circa 630.000 tonnellate di rifiuti tessili finiscono nel ciclo di smaltimento indifferenziato, finendo in discarica o inceneritori. «Questo rappresenta un enorme spreco di risorse, ma anche una grande opportunità in termini di impatti economici e sociali. Infatti – precisa Stefano Granata, presidente Confcooperative Federsolidarietà – ogni impresa che opera nel settore del recupero tessile crea tra 20 e 35 posti di lavoro per ogni 1.000 tonnellate di prodotti raccolti per il riutilizzo. Questo significa che l’intera filiera del riuso dei tessuti, se adeguatamente incentivata, potrebbe generare altri 50.000 nuovi posti di lavoro, con potenzialità di inclusione – conclude Granata – per altre 15.000 persone fragili».

  Francesco Agresti

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