«C’è un paradosso previsto dal decreto Sostegni ter all’esame del Parlamento: tassare retroattivamente, dal 2010 a oggi le cooperative elettriche storiche e le comunità energetiche che da imprese no profit non hanno cavalcato l’onda dei rincari della bolletta energetica, non hanno realizzato profitti, ma, anzi, hanno svolto una preziosa funzione di contenimento dei costi dell’energia agli utenti soci. La norma se non corretta tasserebbe quindi non gli extra profitti, ma per assurdo le riduzioni di prezzo che hanno un grande valore sociale e di difesa delle comunità». Lo dice Roberto Savini presidente di Confcooperative Consumo e Utenza.
Una norma che la stessa 13° commissione del Senato ha dichiarato “incidere profondamente, in senso negativo, sulle dinamiche di mercato e pregiudica fortemente la realizzazione degli impianti rinnovabili necessari per il conseguimento degli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione che il Paese ha assunto”.
«L’auspicio – conclude Savini – è che la norma non venga applicata alle cooperative elettriche che a differenza della generalità dei produttori di energia, non solo producono prevalentemente energia da fonti rinnovabili in particolare idroelettica, ma non intascano profitti redistribuiscono ai soci in termini di sconto in bolletta e servizi, con particolare attenzione alle fasce meno abbienti. Ad Aosta, per le famiglie numerose o con ISEE basso, si arriva all’80% di sconto sul prezzo dell’energia».
Laura Viviani