La ‘Nuova Marcora”, strumento di politica attiva del lavoro e di risposta alle crisi di impresa. Questo il titolo e il filo conduttore del webinar organizzato da CFI-Cooperazione Finanza Impresa che ha visto la partecipazione di importanti attori impegnati nel mondo delle politiche attive del lavoro. Oggi, più che mai, i workers buyout, ovvero l’acquisizione dell’impresa da parte dei dipendenti riuniti in cooperativa, costituiscono una strada per uscire dall’emergenza economica. Di fronte alla prospettiva di perdere il lavoro, disperdendo esperienze e competenze affinate nel tempo, alcuni dipendenti stanno sempre più scommettendo sulla possibilità di prendere in mano le redini del loro futuro lavorativo trasformandosi in soci lavoratori.
Un evento coordinato dal presidente di CFI Mauro Frangi che ha sottolineato l’importanza di uno strumento ora più che mai fondamentale. “La Nuova Marcora - ha sottolineato - rappresenta una buona politica pubblica, capace di generare un rilevante ritorno per la collettività e per lo Stato”. Frangi ha parlato del lavoro fatto da CFI in questi 35 anni, che si è intensificato nell’ultimo anno grazie anche ai nuovi strumenti legislativi".
I workers buyout rappresentano uno degli strumenti più validi per rispondere alle crisi aziendali, tutelando occupazione, competenze e patrimoni produttivi. E infatti l’ultima legge di Bilancio non solo ha rifinanziato CFI, ma ha anche creato un secondo fondo utilizzabile quando l’azienda non è in crisi ma ha problemi di successione o viene messa in vendita.
Nel 2020 CFI ha deliberato 56 interventi con oltre 20 milioni di investimenti. Un piano importante per dare ossigeno a quelle realtà che durante la pandemia hanno avuto il coraggio di investire per andare avanti. Inoltre, CFI ha siglato con le organizzazioni cooperative e sindacali un accordo per il sostegno ai Wbo e da quest’anno supporterà il Ministero dello Sviluppo Economico ai tavoli di crisi per le PMI. Le cooperative finanziate da CFI sono 536 di cui 301 Wbo, con un investimento complessivo di 282.180.458 di euro e un impatto occupazionale di 22.860 addetti di cui 9.448 (41%) Wbo.
"CFI - per Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative e copresidente dell'Alleanza delle Cooperative - è stato uno degli investimenti più belli e redditizi del Ministero dello Sviluppo Economico, perché ha salvaguardato le risorse e creato ricchezza economica e sociale. Questo ci ha spinto, insieme a CFI, a buttare il cuore oltre l’ostacolo perché i risultati sono frutto di un lavoro che insieme abbiamo fatto e voluto tenacemente. Abbiamo spinta ed entusiasmo: ci sentiamo fortemente impegnati e vogliamo dare risposte sempre maggiori”.
Affrontare i workers buyout significa interloquire con persone che vivono una scelta impegnativa e sfidante - rimarca Camillo De Berardinis, amministratore delegato di CFI ". “Si tratta di progetti rispetto ai quali non bisogna porsi come semplici finanziatori, ma come partner che assiste i lavoratori nella predisposizione del piano industriale, ne diventa socio per dieci anni e li accompagna nella realizzazione del loro progetto. Un ruolo attivo di promozione che CFI svolge in stretto rapporto con le centrali cooperative e le organizzazioni sindacali e che può essere rafforzato attraverso un'azione concertata con gli altri strumenti di politica attiva del lavoro,
Al webinar è intervenuto anche Fabrizio Barca, ex ministro, ora coordinatore del Forum sulle Disuguaglianze, che ha sottolineato il lavoro straordinario fatto da CFI e l'importanza che il rafforzamento e il recupero di produttività delle PMI può avere per la diminuzione della disuguaglianza sociale
Francesco Agresti