Occupazione, nei primi 10 mesi '21 creati oltre 600mila posti

Occupazione, nei primi 10 mesi '21 creati oltre 600mila posti

mercoledì 24 novembre 2021

Occupazione, nei primi 10 mesi '21 creati oltre 600mila posti
Nel periodo che va dal primo gennaio alla fine di ottobre sono stati creati oltre 603.000 posti di lavoro alle dipendenze, a fronte dei 105.000 del 2020 e dei 411.000 del 2019. Lo indica nota congiunta con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell'ambito della collaborazione avviata a gennaio 2021 al fine di produrre analisi periodiche relative all'instaurazione, trasformazione e cessazione dei rapporti di lavoro alle dipendenze, sulla base dei dati amministrativi delle Comunicazioni obbligatorie.

 La creazione di posti di lavoro è sostenuta ancora largamente dall'occupazione a termine. Nei mesi autunnali sono tuttavia cresciute lievemente anche le assunzioni a tempo indeterminato, tornate a ottobre sui livelli pre-pandemici. Come negli anni passati, finita la stagione estiva, in settembre e ottobre le attivazioni nette si sono ridotte (-230.000 unità), registrando tuttavia una contrazione inferiore a quella degli anni precedenti: nel periodo che va dal 1° gennaio al 31 ottobre di quest'anno sono stati creati circa 600.000 posti di lavoro, quasi 500.000 in più rispetto allo stesso periodo del 2020 e oltre 190.000 in più rispetto a quello del 2019. Non emergono differenze significative tra settori rispetto alle dinamiche osservate negli scorsi mesi.  

Tornano lentamente ad aumentare le assunzioni a tempo indeterminato; rimane modesto il numero di licenziamenti. La creazione di posti di lavoro continua a essere sostenuta soprattutto dai contratti a tempo determinato, mentre il saldo complessivo delle posizioni permanenti dall'inizio dell'anno rimane all'incirca sugli stessi livelli del 2020. 

Tuttavia a settembre e ottobre sono emersi segnali di un primo lieve aumento delle assunzioni a tempo indeterminato (230.000 nuovi contratti, in linea con gli andamenti del 2019; 55.000 in più rispetto agli stessi mesi del 2020), a fronte di un numero di trasformazioni che è ancora al di sotto dei livelli del 2019. Le cessazioni a tempo indeterminato sono state nel complesso modeste, in particolare, i licenziamenti sono rimasti su livelli contenuti anche in settembre e ottobre (59.000 contratti cessati con questa causale, il 37 per cento in meno rispetto agli stessi mesi del 2019). 

Secondo i dati preliminari disponibili, nei primi quindici giorni di novembre si è rilevato invece un aumento dei licenziamenti nei settori in cui il blocco è scaduto il 31 ottobre (servizi e industria dell'abbigliamento, del tessile e delle calzature). La crescita, analogamente con quanto osservato dopo lo sblocco del 30 giugno in gran parte della manifattura e nelle costruzioni, potrebbe riflettere esuberi già previsti nei mesi precedenti. Nonostante tale aumento il tasso di licenziamento non si è discostato dai livelli precedenti la pandemia. Tali dinamiche hanno sostenuto la mobilità del mercato del lavoro, associandosi a un incremento del numero di dimissioni volontarie.

  Francesco Agresti

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