Riduzione contributiva fino al 100% nel primo anno di attività per favorire l’assunzione dei giovani o degli operatori esodati, ma anche ammortizzatori sociali stabili per assicurare tutele salariali come avviene per tutte le altre categorie di lavoratori. Su questi due binari dovrebbero viaggiare, secondo Confcooperative Fedagripesca, le politiche per l’occupazione rivolte al settore ittico, indispensabili per il rilancio del comparto, come evidenziato anche oggi dall’associazione in occasione dell’audizione informale presso la Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera dei Deputati. “Occorre mettere in atto – afferma Paolo Tiozzo, vicepresidente Confcooperative Fedagripesca- politiche attive del lavoro in grado di assicurare il rinnovamento degli equipaggi, che oggi faticano sempre più a formarsi, favorendo l’apporto di giovani e di manodopera specializzata anche di nazionalità diversa da quella italiana ed europea, agevolandone gli imbarchi anche nelle posizioni di comando attraverso le necessarie modifiche delle disposizioni in materia di lavoro marittimo e di titoli professionali.” E i numeri delle difficoltà che deve affrontare il settore ittico parlano chiaro. La flotta da pesca nazionale si è ulteriormente ridotta nell’ultimo decennio scendendo alle 11.807 imbarcazioni del 2022, pari al 16% circa della flotta Ue (81.071 unità), con una contrazione complessiva superiore al 20% nell’ultimo decennio. Scendono anche gli occupati. I pescatori imbarcati sono circa 22 mila, di cui circa 19.000 a tempo pieno (10 anni fa erano circa 30.000, il 16% in meno), mentre quelli che operano a terra sono oltre 100 mila, per un totale che si aggira attorno ai 125 mila lavoratori (escluso l’indotto).
Alessandra Fabri