Federazione Provinciale Allevatori: l’aumento dei costi pesano sulla stabilità delle aziende, ma il bilancio 2021 è positivo

Federazione Provinciale Allevatori: l’aumento dei costi pesano sulla stabilità delle aziende, ma il bilancio 2021 è positivo

martedì 3 maggio 2022

La sala congressi della sede di via delle Bettine a Trento ha ospitato l’appuntamento annuale con la base sociale. Il bilancio 2021 è stato caratterizzato da numeri positivi. Nel corso dell’assemblea evidenziate le difficoltà che, dallo scorso autunno, stanno caratterizzando il settore e legate all’aumento dei costi di energia e materie prime.

Federazione Provinciale Allevatori: l’aumento dei costi pesano sulla stabilità delle aziende, ma il bilancio 2021 è positivo

 I dati del bilancio 2021 sono positivi (e approvati dall’assemblea dei soci) ma è inevitabile che, alcune nubi, si stiano addensando anche sul settore dell’allevamento trentino.

Le incognite sono legate ad alcuni fattori che non rappresentano una novità ma una emergenza: aumento straordinario dei costi di energia e materie prime ed effetti che si potrebbero avere dal conflitto tra Russia e Ucraina.

Stamani, la sala congressi della Federazione Provinciale Allevatori, ha ospitato l’assemblea annuale dei soci.

Nella sua relazione, il presidente Giacomo Broch, in carica da ottobre 2021 a seguito delle dimissioni anticipate di Mauro Fezzi e in scadenza di mandato, (il presidente sarà eletto nella prima riunione del consiglio di amministrazione), ha dedicato attenzione ai “temi caldi” che caratterizzano il comparto.

«Per il futuro – ha detto Broch - è grande la preoccupazione per il livello dei costi raggiunti dagli alimenti per il bestiame e i prodotti energetici. Una situazione che ha notevolmente incrinato la stabilità delle nostre aziende».

Il presidente ha raccomandato attenzione da parte delle istituzioni politiche («con la Pat rapporti sempre costanti e collaborativi») anche in vista della riformulazione della Pac (Politica agricola comune) che entrerà in vigore dal 2023. «La nostra richiesta è necessariamente quella di mantenere e possibilmente potenziare le misure a premio legate alla superficie.

La zootecnia è il settore più fragile nel contesto agricolo e merita priorità perché opera nelle zone più ostili e custodisce 20mila ettari di prato e oltre 90mila ettari di pascolo».

«Se guardiamo ai primi mesi del 2022 è difficile dare un messaggio positivo  – ha proseguito Broch-i nostri caseifici fanno fatica a scaricare sul consumatore tutti i rincari, con il rischio concreto che il nostro prodotto rimanga sugli scaffali dei supermercati preferendo i prodotti a basso prezzo (e qualità).

Ma sono convinto che il presidente della Provincia autonoma Fugatti saprà trovare le risorse necessarie che ci aiuteranno ad uscire da questo difficilissimo momento».

Una risposta arrivata “in diretta” sia dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti sia dal vice Mario Tonina: «la Giunta è consapevole delle difficoltà di questo momento. Se sarà necessario, abbiamo gli strumenti legislativi per mettere in campo anche interventi diretti. Il mondo zootecnico è particolare e faticoso. Se una azienda chiude, difficilmente riapre». Sulla stessa linea l’intervento del vicepresidente Mario Tonina: «abbiamo già attivato i primi interventi (St Latte), è la strada gusta. Oggi siete l’anello più debole del comparto agricolo, e la politica si deve assumere la propria responsabilità».

Accorato anche l’intervento del presidente della Cooperazione Trentina Roberto Simoni: «in Federazione abbiamo rispetto e attenzione nei vostri confronti. Adesso occorre resistere e guardare avanti, siate orgogliosi di quello che fate sul territorio, la cui bellezza e salubrità è in gran parte merito vostro».

Novità in Consiglio

L’assemblea ha rinnovato parte del Consiglio di amministrazione, confermando Giacomo Broch e Alberto Mazzola (Ledro), ed eleggendo tre nuovi membri, Simone Bronzini (Lomaso), Nicola Fantoma (Rendena) e Sergio Panizza (Val di Sole). Il presidente sarà nominato nella prossima riunione del Consiglio di Amministrazione.

Il bilancio

I dati del bilancio 2021 della Federazione Provinciale Allevatori sono stati presentati dal direttore Massimo Gentili.

Il quadro complessivo è buono e conferma la corretta gestione che ha caratterizzato il 2021 della Federazione che, dal 1957, rappresenta la casa dei 1115 soci allevatori trentini.

Il valore della produzione ha raggiunto la cifra di 15milioni 400mila euro e un utile di 74mila euro. «In generale il 2021 ha risentito ancora dell’appesantimento su tutte le attività causato dalla pandemia – ha precisato Gentili -. Dall’autunno si è aggiunto l’aumento dei costi energetici che ha determinato un +25% della voce anno su anno, a chiusura dell’esercizio. L’attuale andamento fa prevedere, per il 2022, un raddoppio del conto per gas, elettricità e trasporti».

L’attività tecnica è proseguita in linea con gli anni scorsi: bovini (708 allevamenti con 19.696 vacche da latte), ovicaprini (90 allevamenti per 2300 capi), cavalli iscritti a libro genealogico haflinger e norico (390 allevamenti e 488 fattrici), conigli (12 allevamenti e 150 fattrici).

L’attività commerciale ha visto la movimentazione di oltre 10.000 capi di bestiame con buona soddisfazione per i soci conferenti.

Il Centro di produzione seme bovino Alpenseme a Toss di Ton ha confermato il suo potenziale confermandosi tra i migliori centri a livello nazionale sia per quantità e sia per qualità del seme prodotto che risulta noto e apprezzato in tutti i Continenti.

Il Punto vendita di via delle Bettine ha chiuso complessivamente in linea con l’ultimo anno “normale”, vale a dire il 2019. «La proposta di carni e prodotti trentini ha raccolto, anche nel 2021, il favore dei consumatori – è stato detto - L’aumento delle vendite al dettaglio ha compensato il calo del settore ingrosso ristorazione causato dal Covid».

Intensa l’attività della Federazione per i soci: 7.210 prime visite mensili in allevamento con registrazione, oltre 181.000 rilievi produttivi, 19.355 parti, 7.175 identificazioni e oltre 28.000 movimentazioni, analisi di 185.000 campioni di latte.

 

  Alessandra Fabri

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