Tra le attività produttive, il settore della sanità e assistenza sociale - che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili - si conferma al primo posto con il 68,8% del totale delle denunce di contagio sul lavoro da nuovo coronavirus e il 25,9% dei decessi codificati, seguito dall'amministrazione pubblica (attività degli organismi preposti alla sanità - Asl - e amministratori regionali, provinciali e comunali), con il 9,2% dei contagi e il 10,7% dei casi mortali.
E' quanto emerge dal nuovo report mensile della Consulenza statistico attuariale dell'Inail. Gli altri settori più colpiti sono i servizi di supporto alle imprese (vigilanza, pulizia e call center), il manifatturiero (tra cui gli addetti alla lavorazione di prodotti chimici e farmaceutici, stampa, industria alimentare), al secondo posto per numero di decessi con il 13,2% del totale, le attività dei servizi di alloggio e ristorazione, il trasporto e magazzinaggio e le altre attività di servizi (pompe funebri, lavanderia, riparazione di computer e di beni alla persona, parrucchieri, centri benessere), le attività professionali, scientifiche e tecniche (consulenti del lavoro, della logistica aziendale, di direzione aziendale) e il commercio all'ingrosso e al dettaglio. Dividendo l'intero periodo di osservazione in tre intervalli - fase di 'lockdown' (fino a maggio 2020 compreso), fase 'post lockdown' (da giugno a settembre 2020) e fase di 'seconda ondata', dei contagi (ottobre 2020-gennaio 2021) - si riscontrano, secondo Inail, significative differenze in termini di incidenza del fenomeno.
Francesco Agresti