Wbo, genesi e modelli applicativi per nuove storie di riscatto

Wbo, genesi e modelli applicativi per nuove storie di riscatto

martedì 29 ottobre 2024

Wbo, genesi e modelli applicativi per nuove storie di riscatto

Lo studio si è prioritariamente interessato alla presentazione delle fasi salienti della costituzione di un’operazione di WBO (Workers Buyout) al fine di sviluppare un modello applicativo – di sintesi – finalizzato a supportare i lavoratori interessati ad intraprendere siffatta iniziativa. La ricerca ha esaminato in primis le peculiarità delle società cooperative e analizzato i tratti salienti della legge Marcora, confrontando il modello italiano con le esperienze internazionali più diffuse. Nella seconda parte del lavoro sono stati presentati i dati delle imprese che sono state convertite in società cooperative dopo un’operazione di WBO, evidenziando le specificità territoriali e analizzando i settori di produzione.

Nella parte finale sono stati presentati tre casi di studio di imprese acquisite dai propri dipendenti e convertite in società cooperative dopo l’operazione di WBO.

 

Postfazione del presidente di Confcooperative Maurizio Gardini

C’era bisogno di sistematizzare teoria, pratica e prospettive del fenomeno conosciuto come Workers Buyout (WBO). Per questo il ringraziamento al prof. Zingone è duplice: se da una parte, è meritoria la sua attenzione da aziendalista a questa pratica, cresciuta in Italia grazie alla Legge Marcora ma poco nota pur essendo estremamente importante per territori e comunità, dall’altra è eccezionale, nel senso di eccezione alla regola, che il suo studio tenga conto del grande valore relazionale e sociale che la creazione di WBO contiene. È, infatti, questo il motivo per cui la cooperazione - che si vede riconosciuta dalla Costituzione la funzione sociale del fare impresa - sostiene queste esperienze e ne configura la maggior parte. Salvare un’azienda da una crisi, da un fallimento o recuperarla per successione permette di far rivivere una pratica imprenditoriale che ha in sé evidenti caratteristiche di successo socioeconomico. I dati dimostrano che il ciclo di vita dei WBO è più lungo e ampio di quelle nate da un percorso ordinario. Non si tratta di romanticismo: i WBO hanno quasi sempre fatturati più solidi di quelli precedenti alla loro nascita; creano indotto per territori, famiglie, comunità, valorizzando marchi, filiere e lavoratori; recuperano valore che andrebbe perso e che invece fa rinascere vita imprenditoriale e dignità sociale. Lo Stato deve sostenere questi percorsi perché, tra le altre cose, hanno in sé le soluzioni previste dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza di cui sono antesignane. Negli ultimi anni Confcooperative ha deciso di sostenere con maggiore determinazione e risorse questo fenomeno, riscontrando anche la necessità di fornire formazione ai neo-imprenditori. È nato così il Temporary Manager cooperativo che affianca gli amministratori dei WBO nell’avvio di un’impresa 1 Presidente della Confederazione delle Cooperative Italiane (Confcooperative) © Wolters Kluwer Italia che, negli ultimi anni in particolare, si trova ad affrontare criticità di ogni tipo. Noi verifichiamo ogni giorno la bontà dello strumento per il cui sviluppo, ancora più diffuso ed efficace, serve il supporto del legislatore. In effetti, il quadro normativo negli ultimi anni ha fatto alcuni importanti passi avanti e, accanto alle risorse messe a disposizione sia dalla finanziaria CFI sia da Fondosviluppo, un impegno concreto per promuovere la diffusione e il consolidamento di workers buyout cooperativi è stato sancito, nel gennaio del 2021, nell’Accordo nazionale sottoscritto da Agci, Confcooperative, Legacoop insieme a Cgil, Cisl, Uil. Un accordo nato dalla consapevolezza dell’impatto socioeconomico che ogni WBO porta con sé e che ha già dato i suoi risultati, creando un dialogo importante con i sindacati. Una cabina di regia sta mappando tutte le realtà del Paese mentre accordi territoriali valorizzano e fanno emergere nuove esperienze, rendendo omogeneo e coordinato il lavoro tra le varie organizzazioni per sostenere le lavoratrici e i lavoratori che intraprendono un percorso di workers buyout cooperativo. Lo studio del prof. Zingone ci fa esplorare, anche tecnicamente, una pratica che si diffonde contando anche sul sostegno degli strumenti – finanziari e non solo - che Confcooperative mette a disposizione. In questo ambito, la cooperazione può dare un contributo di valore articolato e importante, grazie alla sensibilità unita alle competenze di cui disponiamo. Non sarebbe la prima volta che l’Italia cooperativa segna il passo, andando incontro alla modernità del sistema di cui c’è tanto bisogno. Le “empresas recuperadas”, di cui parla anche Papa Francesco - che le ha conosciute nella sua terra, in Argentina - sono infatti uno strumento di innovazione sociale ed economica che non deve sfuggire al legislatore e a tutti coloro che promuovono economia responsabile e cittadinanza d’impresa. A noi non è sfuggito e siamo pronti ad affiancare ogni possibile sforzo per dare a questo fenomeno il protagonismo che merita.

  Francesco Agresti

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