Polveriera gremita per la celebrazione dei trent’anni di attività della cooperativa sociale L’Ovile, che ha scelto, per questa festa con la città, un luogo simbolo del lavoro della cooperazione sociale reggiana per la rigenerazione di spazi restituiti alla fruizione pubblica grazie ad uno straordinario investimento.
Un luogo emblematico che offre l’immagine delle storie delle cooperative sociali reggiane, ciascuna delle quali, come ha detto il sindaco Luca Vecchi, “nasce dal bisogno, e non dal mercato”.
Altrettanto emblematica la storia della cooperativa sociale L’Ovile, «che ha tenuto e tiene insieme – ha detto Vecchi –, umanità, solidarietà, professionalità e competenze, collocandosi nel vivo di un sistema di welfare locale, unico in Italia, che ha unito la forza del pubblico e la forza del privato sociale».
Da vecchi è venuto anche un duro richiamo al naufragio avvenuto a Steccato di Cutro, «alle troppe parole inappropriate e ai troppi silenzi che abbiamo registrato; è venuto meno un fondamentale vincolo di dignità e umanità, mentre a Reggio Emilia possiamo dire di non avere mai girato la testa dall’altra parte”. E qui una sottolineatura particolare per L’Ovile, che – ha detto Vecchi “con i suoi servizi, le sue attività e, soprattutto, con la sua cultura dei diritti umani L’Ovile è un partner fondamentale per le istituzioni».
La celebrazione è stata aperta dal presidente della cooperativa Valerio Maramotti.
«In trent’anni, la cooperativa L’Ovile – ha detto – ha operato e si è fatta prossima ai bisogni delle singole persone e delle comunità, cogliendo ogni opportunità e diversificando le proprie attività per poter includere di più al lavoro, per rispondere ad antiche e nuove fragilità, per investire in nuovi servizi a sostegno di quanti maggiormente corrono il rischio di essere dimenticati».
«In questo modo – ha aggiunto Maramotti - crediamo di aver seminato cultura dell’accoglienza e della solidarietà, divenendo anche un presidio di quella legalità senza la quale proprio i più fragili sono esposti al rischio di sfruttamento e della caduta nella mani del crimine organizzato».
Partita dalla “famiglia allargata” di don Daniele Simonazzi a Pratofontana, nel 1993, L’Ovile è cresciuta sino a configurarsi come una delle più grandi realtà della cooperazione sociale legata a Confcooperative Terre d’Emilia, con quasi 400 lavoratori, gran parte dei quali soci e in alta percentuale segnati da diverse forme di svantaggio.
«Anche il nostro futuro – ha concluso Maramotti - sarà segnato dagli stessi impegni: essere pronti al servizio, promuovere i valori della solidarietà e della cooperazione, essere accoglienti e diffondere cultura della legalità, con l’aggiunta di un particolare impegno per tutelare la casa di cui siamo ospiti con una vera ecologia integrale che ben ci richiama Papa Francesco nella laudato sii, laddove ci ricorda che salvando il creato si ha cura dei poveri».
Alla celebrazione del trentennale della Polveriera sono intervenuti, insieme a Vecchi, il prefetto Iolanda Rolli (“ne L’Ovile abbiamo interlocutori seri e capaci”), la presidente della Commissione politiche per la salute e politiche sociali della Regione Emilia-Romagna, Ottavia Soncini, la direttrice del distretto Ausl di Reggio Emilia, Elisabetta Negri, il presidente di Confcooperative Terre d’Emilia, Matteo Caramaschi, e l’on. Graziano Del Rio.
Laura Viviani