Da una parte l’aumento considerevole dei costi dell’energia e delle materie prime. Dall’altra lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina che ha contributo ad appesantire ulteriormente la situazione.
Il momento che il settore lattiero caseario trentino sta vivendo da diversi mesi è preoccupante. E il grido di allarme lanciato stamani durante l’assemblea dei soci di Latte Trento è stato forte e chiaro.
L’appuntamento è stato ospitato alla sala congressi della Federazione Provinciale Allevatori di via delle Bettine a Trento.
Bilancio soddisfacente. Incognita 2022
«Il bilancio 2021 – ha spiegato il presidente Renato Costa – è di soddisfazione. Presenta un saldo assolutamente necessario per dare ossigeno alle nostre aziende agricole che, come tutti sappiamo, sono nella morsa del rincaro dei prezzi che sono lievitati in maniera esponenziale, generando una spirale che non si vedeva dal secondo Dopoguerra».
Una soddisfazione che però è destinata a durare poco, perché gli ultimi mesi sono stati molto negativi, e le prospettive sono anche peggiori.
L’aumento delle materie prime in stalla ha incrementato i costi dell’alimentazione. E, in autunno, è cominciata la crisi dell’energia. «Il latte alimentare è un prodotto fortemente energivoro perché le macchine per scremarlo, bactofugarlo, omogeneizzarlo, pastorizzarlo, microfiltrarlo, sterilizzarlo e poi confezionarlo hanno bisogno di temperature e pressioni molto alte, consumando energia, che diventa un fattore di lievitazione del costo unitario per singolo litro.
Paradossalmente, visti i costi, andrebbe chiuso subito il latte fresco e il latte uht perché antieconomico, ma così verrebbe meno un servizio essenziale»
L’impegno per migliorare il benessere degli animali
«Stiamo lavorando per incidere sul miglioramento del benessere animale – ha proseguito Costa - e procediamo con le indagini di tutte le stalle; inoltre abbiamo iniziato anche a rilevare tutti i trattamenti con i farmaci ed entro fine anno avremo la fotografia della nostra situazione per portare a termine il lavoro di riduzione dei farmaci».
«Stiamo lavorando – ha aggiunto il direttore Sergio Paoli - alla realizzazione di nuove filiere eco compatibili, basso consumo energetico con riduzione drastica dell’impatto ambientale senza uso di antibiotici e con alimentazione super controllata e con grandissima attenzione al benessere animale che sarà esteso a tutti i soci».
L’appello alla Provincia autonoma
Nel corso della sua relazione il presidente Costa ha lanciato un forte appello ai rappresentanti delle istituzioni (presenti il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, e l’assessore provinciale alla Cooperazione, Mario Tonina).
«Abbiamo assoluto bisogno, entro poco tempo, di una manovra consistente per sostenere la latteria nel rispetto delle normative straordinarie previste da Bruxelles per entrare nel conto economico sia della cooperativa sia dei singoli soci, che senza questa operazione non sono in grado di superare il prossimo autunno-inverno.
Il nostro appello forte e chiaro alle autorità di governo qui presenti perché ci diano rassicurazioni concrete sui tempi e modi di intervento che ci possa dare speranza per la prosecuzione dell’attività di allevatore in Trentino».
Un appello prontamente accolto dal presidente Maurizio Fugatti, che ha promesso risorse extra in occasione dell’assestamento di bilancio della Provincia che sarà discusso in Consiglio a fine luglio.
Anche l’assessore alla cooperazione Mario Tonina si è fatto partecipe delle difficoltà lamentate dagli allevatori: «posso garantirvi che la Giunta sarà al vostro fianco con aiuti garantiti per la stabilizzazione del reddito almeno per il 2022 e 2023. Se il Trentino in passato è sempre stato innovatore, deve esserlo anche in questo momento, perché occorre pensare al futuro. Lo dobbiamo soprattutto ai tanti giovani che hanno deciso di intraprendere questo lavoro».
Sostengo e vicinanza agli allevatori di Latte Trento sono stati espressi anche da Roberto Simoni, presidente della Cooperazione Trentina («Il vostro settore è tutela e presidio del territorio, la Federazione insieme alle società di sistema, Cooperfidi e Promocoop, metterà in campo tutto quello che è possibile», Giacomo Broch, Federazione Allevatori e Stefano Albasini, Trentingrana-Concast.
I numeri del bilancio
«La situazione così come è ora è insostenibile – ha affermato il direttore Sergio Paoli illustrando i dati di bilancio - l’escalation della guerra e i costi delle materie prime stanno mettendo in ginocchio i conti della cooperativa. 13 stalle hanno già chiuso».
Tuttavia, il bilancio economico relativo al 2021 presenta numeri ancora da record: il rendimento medio del latte ha raggiunto il valore di 0,565 euro al litro. In crescita anche i ricavi, a quota 51 milioni di euro contro i 50 dell’anno precedente, che, sommati al fatturato della partecipata Trevilatte, porta il valore aggregato a oltre 53 milioni di euro.
«Dal punto di vista finanziario e patrimoniale abbiamo una situazione positiva – ha proseguito Paoli - e dopo aver investito più di 52 milioni di euro negli ultimi 10 anni tra attrezzatura e immobili di proprietà abbiamo un caseificio e una latteria nuovi. Altri investimenti sono programmati per quest’anno, per un valore di ulteriori 3,5 milioni».
A Trento, nel caseificio di Spini, sono stati lavorati complessivamente 9,8 milioni di litri (nel 2020 9,7) di latte in parte andati alla produzione di formaggi molli e nostrani 5,9 mil.) e in parte alla produzione di Trentingrana dop (3,9 milioni, pari a 7.910 forme). In totale la produzione di Trentingrana ammonta a quasi 16mila forme.
A pieni giri anche la produzione di formaggi (Spressa dop, Trentingrama, nostrani) nel caseificio di Giustino che ha raggiunto le 7.615 forme di Trentingrana Dop, di cui 616 bio, e 3.411 forme di Spressa delle Giudicarie dop. Complessivamente sono stati lavorati 4.466.098 litri di latte.
Alessandra Fabri