Fvg: Confcooperative, pronti a vaccinare soci e lavoratori nostre imprese
Bisogna accelerare i tempi delle vaccinazioni e aumentare il numero di persone vaccinate, dice Castagnaviz, e questo è il nostro ulteriore contributo
«Le cooperative sono pronte a fare la loro parte nella campagna vaccinale vaccinando in sede i propri soci e collaboratori». L’annuncio arriva dal presidente regionale di Confcooperative Fvg, Daniele Castagnaviz (foto).
Sicurezza sul posto di lavoro e prevenzione vaccinale. Sono questi i cardini sui quali, nei lunghi mesi della pandemia, infatti, ha ruotato l’attenzione di Confcooperative Fvg nei confronti delle 600 imprese associate e dei cooperatori. Sono stati oltre 6.000 i test sierologici e 500 i tamponi naso-faringei effettuati finora ai cooperatori regionali, per il controllo dell’infezione, completamente autofinanziati utilizzando i fondi mutualistici di Fondosviluppo Fvg. «Il tutto è avvenuto – spiega il segretario generale dell’associazione, Nicola Galluà - nel pieno rispetto del protocollo di prevenzione e azione sanitaria predisposto da Confcooperative Fvg e rispettato dalle imprese associate. Protocolli aziendali validati da un organismo terzo quale il Comitato territoriale Sicurcoop, costituito dalle parti datoriali (le tre centrali cooperative) e sindacali».
«Dunque – spiega il presidente Castagnaviz – abbiamo agito con tempestività e serietà per contribuire a ridurre non solo il numero dei contagi (e delle vittime), ma anche il peso degli stessi sul Sistema sanitario regionale. Animati dallo stesso spirito di collaborazione, offriamo oggi alla Regione la disponibilità di tutte le nostre imprese a vaccinare in sede i propri soci e collaboratori, che sono oltre 76.000, e a diventare punto di somministrazione vaccinale per gli stessi. Un modo, pure questo, di ridurre l’afflusso ai punti vaccinali che si stanno predisponendo su tutto il territorio – conclude Castagnaviz – e accelerare sui tempi e le quantità di somministrazioni che sono decisamente vitali per la salute fisica ed economica delle nostre comunità».
Francesco Agresti