Sostegno agli agricoltori che subiscono i pesanti effetti dei cambiamenti climatici, contrasto alle iniziative legislative europee che penalizzano le eccellenze Dop e Igp della regione, interventi su politiche attive del lavoro per favorire il reperimento di manodopera, maggiore sostegno alla finanza di impresa.
Sono questi i principali temi che i rappresentanti di alcune tra le principali cooperative agricole e agroalimentari della regione hanno sottoposto ieri sera al ministro alle Politiche agricole, on. Stefano Patuanelli, nell’ambito di un incontro istituzionale organizzato da Confcooperative Emilia Romagna e tenutosi (nel rispetto delle norme anti-Covid) nell’Auditorium di Conserve Italia a San Lazzaro di Savena (BO).
A fare gli onori di casa il presidente di Conserve Italia e di Confcooperative, Maurizio Gardini, che ha accolto il ministro sottolineando l’importanza di questo confronto davanti ad una platea di oltre 50 cooperatori emiliano-romagnoli in rappresentanza delle principali filiere produttive a livello nazionale: ortofrutta, vitivinicolo, lattiero-caseario, carne, bieticolo-saccarifero.
Sono poi intervenuti il presidente di Apo Conerpo Davide Vernocchi, il presidente di Orogel Bruno Piraccini, il presidente di Caviro Carlo Dalmonte, il direttore di Emil Banca e presidente di Confcooperative Bologna Daniele Ravaglia.
“La cooperazione riveste da sempre un ruolo di leadership nel sistema agroalimentare regionale, rappresentando oltre la metà delle produzioni di tutte le principali filiere e mettendo insieme migliaia di agricoltori che vedono così valorizzate al meglio le loro produzioni, commercializzate in tutto il mondo con la forza dei grandi marchi del vero made in Italy” ha dichiarato in chiusura il presidente di Confcooperative Emilia Romagna, Francesco Milza. “Senza cooperazione l’agricoltura emiliano-romagnola non sarebbe la stessa e non avrebbe raggiunto i successi odierni che tutti le riconoscono – ha aggiunto Milza -, per questo è importante che i massimi rappresentanti istituzionali conoscano da vicino le nostre strutture cooperative e ascoltino le loro richieste e istanze. Siamo contenti che il ministro Patuanelli abbia deciso di partecipare a questo incontro”.
“Occorre mantenere nella nuova PAC il ruolo strategico delle Regioni, alle quali deve rimanere la definizione e gestione dei Piani di Sviluppo Rurale (PSR)” ha aggiunto Carlo Piccinini, presidente di Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna, federazione regionale che rappresenta circa 400 cooperative agricole, agroalimentari e della pesca, che insieme raggruppano oltre 51.000 soci produttori con 18.300 addetti e un volume d’affari di 9,28 miliardi di euro.
“In questi anni – ha puntualizzato Piccinini - Regioni come l’Emilia-Romagna hanno dimostrato buona capacità di spesa dei fondi europei, attivando investimenti a beneficio delle imprese agroalimentari. Non possiamo permetterci di disperdere questo patrimonio per colpa di politiche centraliste che toglierebbero autonomia ed efficienza ai territori”.
“Come sappiamo, la nuova PAC – ha poi concluso il presidente di Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna – sarà molto incentrata su sostenibilità ambientale, benessere animale e lotta ai cambiamenti climatici, tutti temi che stanno a cuore anche alle nostre cooperative, da sempre in prima linea per tutelare l’ecosistema. Tuttavia, i costi sempre più evidenti di questa transizione ecologica non possono essere scaricati esclusivamente sulle imprese, che invece hanno bisogno di essere accompagnate in questo percorso virtuoso con adeguati supporti economici e con una revisione degli strumenti normativi disponibili. Ne va della tenuta del nostro sistema primario. Se lasciamo da sole le aziende e le cooperative agroalimentari in questa transizione, le abbandoniamo ad un inevitabile declino che le porterà a perdere competitività e quote di mercato”.
“Non esiste sostenibilità ambientale senza sostenibilità economica e sociale – ha dichiarato il ministro Stefano Patuanelli -: qualsiasi sforzo chiesto a un’impresa deve essere accompagnato da adeguate misure di sostegno che operino nei giusti tempi. Questo a maggior ragione in un settore, come quello primario, essenziale per il tessuto economico regionale e nazionale e dove la cooperazione riveste una funzione cruciale, garantendo anche al più piccolo dei produttori associati un ruolo centrale. Le sfide non mancano: guardare al futuro e puntare allo sviluppo significa superare la logica degli indennizzi e sostenere le aziende agricole tutelandone, prima di tutto, la produzione, insistere sul fronte degli investimenti e intervenire sull’ambito delle assicurazioni, modificando strumenti e tempi ma sollecitando i produttori a proteggere le proprie coltivazioni. Su questi fronti, il confronto a livello comunitario è serrato e siamo riusciti a ottenere risultati importanti mentre a livello nazionale l’impegno è massimo per consentire agli imprenditori agricoli, inclusi i membri della grande famiglia cooperativa, di fare impresa agendo sulla burocrazia, definendo regole chiare e garantendo, come fatto fin qui, risorse crescenti e strumenti adeguati e innovativi”.
Francesco Agresti