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Recovery: Confcoop Habitat, nuova centralità per housing sociale e rigenerazione urbana

martedì 9 marzo 2021

Le priorità della cooperazione abitativa nell’intervento del presidente Alessandro Maggioni in audizione alla Commissione Lavori pubblici del Senato 
Recovery: Confcoop Habitat, nuova centralità per housing sociale e rigenerazione urbana

Nuova centralità al tema dell’housing sociale e della rigenerazione urbana grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che gli riconosce un ruolo importante dopo molti anni di assenza di una politica abitativa strutturale. Secondo la cooperazione abitativa, però, occorre aggiustare il tiro rispetto ad alcuni punti relativi a obiettivi e strumenti del piano che meritano approfondimenti e modifiche. “Rispetto al Piano nazionale di Ripresa e Resilienza riteniamo che il tema della rigenerazione urbana, oggi molto dichiarato, vada visto anche in una accezione più ampia che lega il "fare città" all'arte di abitare come progetto culturale legato allo sviluppo territoriale. Oggi molto spesso si coglie l'aspetto della rigenerazione correlato soprattutto alla dimensione prestazione ed energetica ma la rigenerazione delle città è qualcosa di più complesso che entra in una dimensione verticale che coinvolge tanti aspetti - sociali, economici, ambientali, culturali - e in un quadro di sostenibilità”, afferma  Alessandro Maggioni, presidente dell'Alleanza delle Cooperative Italiane Settore Abitazione , intervenendo in audizione alla Commissione Lavori pubblici del Senato nell'ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

"Riteniamo fondamentale che emerga una chiara gerarchia sulle scelte su cui orientare i grandi investimenti in gioco e, in una dimensione di rispetto ai bisogni, il primo posto vada messo nell'attenzione su programmi pluriennali complessi che provino a ripensare una strumentazione urbanistica efficace, riscoprendo i PRU o i piani complessi per mettere mano alle grandi questione irrisolte dei grandi piani di edilizia popolare che oggi soffrono situazioni critiche, da sciogliere anche immettendo del denaro pubblico dove il privato non arriva", prosegue Maggioni.

Proporsi un approccio olistico allo sviluppo significa, secondo la cooperazione abitativa, puntare su macro idee strategiche e trasversali ai settori produttivi, coinvolgendo i soggetti privati, in particolare del privato sociale, che possono fornire un contributo di creatività imprenditoriale e “sociale” indispensabile per il conseguimento dell’obiettivo del rilancio del Paese.

"Siamo pronti a giocare in nostro ruolo, in sinergia con altri soggetti - Aler, Ater e sistema dei fondi immobiliari - con cui abbiamo già dei tavoli aperti - ha ribadito Maggioni - perché anche la conformazione del sistema del Recovery Fund è affine a modelli che già abbiamo sperimentato in esperienze su quartieri di Edilizia Economica Popolare, una parte di fondo perso e una parte di debito a basso costo che può far leva nella sinergia fra soggetti pubblici e privati". 

"Altro asse che vediamo con grande interesse, su cui Confcooperative è estremamente impegnata, è il tema della valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico dei borghi e delle aree interne. In questo senso quindi il tema delle cooperative di comunità dentro economie di luogo", precisa il presidente.

Il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza potrà costituire un’opportunità a condizione però che vengano adottate decisioni lungimiranti e coraggiose attraverso la semplificazione dell’attuale modello di governance pubblica,l’individuazione di un’unica autorità decisionale per i programmi di spesa, la determinazione di programmi prioritari con riguardo alla rigenerazione urbana sostenibile delle nostre città, alla stabilizzazione del superbonus per la riqualificazione energetica degli edifici, allo sviluppo delle aree interne e di montagna e del Sud d’Italia.

"Esprimiamo – evidenzia Maggioni -assenso sull’orientamento espresso di incardinare il Piano di ripresa e resilienza nel Ministero dell’economia e delle finanze con la collaborazione dei Ministri competenti per settore. E aggiungiamo che risulta fondamentale un coordinamento interministeriale di tutte le strutture a livello nazionale e locale anche in relazione alla verifica delle fasi di attuazione dei progetti".

Per quanto riguarda gli interventi di rigenerazione urbana e sociale, si propone di affermarne il carattere di interesse pubblico, al fine della loro rapida attuazione eliminando gli intralci burocratici.

"Una occasione importante offerta da questo processo è anche ottimizzare le procedure di attuazione dei processi di rigenerazione immobiliare dei grandi piani di sviluppo: è uno dei grandi nodi perché i tempi di attuazione finanche di piccoli processi di rigenerazione immobiliare sono oggi tempi biblici che difficilmente possono sposarsi con le tempistiche previste del piano. L'occasione istituzionale che si presenta è anche quella di ripensare alcuni strumenti e modalità di attuazione dei piani che incrociano grandi criticità - tema ambientale, il tema delle legislazioni regionali che impattano su quella comunale, il tema della formazione dei tecnici comunali perché il ruolo del pubblico come indirizzatole è un ruolo fondamentale - sia per salvaguardare le prerogative pubbliche che per riequilibrare i processi", conclude il presidente.

 

 

  Alessandra Fabri

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