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Pordenone: 2020 difficile per la cooperazione

giovedì 20 maggio 2021

Diffusi i dati della 4a edizione della relazione annuale sulle cooperative del territorio

Pordenone: 2020 difficile per la cooperazione

Il 2020 si conferma un anno difficile per le cooperative aderenti a Confcooperative Piemonte, anche secondo i dati che testimoniano come alcuni settori in particolare abbiano risentito maggiormente della crisi, come il sociale, lavoro e servizi, turismo. D’altra parte, altri comparti come la cooperazione agricola o di consumo hanno registrato una crescita, nello stesso periodo, che ha permesso loro di guardare al futuro con maggior serenità.

La ricerca, denominata “Dieci domande sul futuro”, rappresenta il sentiment dei cooperatori pordenonesi di Confcooperative ed è giunta alla quarta edizione. Curata dal sociologo Paolo Tomasin, ha visto la collaborazione del presidente di Confcooperative Pordenone Luigi Piccoli, del direttore Marco Bagnariol, e di Marco Fioretti.

La sostanziale difficoltà del 2020 sofferta dalle cooperative risulta molto evidente confrontando le quattro edizioni della rilevazione. Infatti la percentuale delle cooperative che hanno risposto di aver avuto un anno di crisi generale o parziale ha avuto il seguente andamento: nel 2016 il 56%, 2017 50%, 2018 64%, 2020 76%. E invece la previsione di un anno successivo migliore è scesa dal 40% al 13,2% nello stesso periodo di tempo.

Confortante comunque l’aspetto occupazionale. «Va ricordato infatti – spiega il presidente Luigi Piccoli – che anche nelle crisi economiche degli anni scorsi la cooperazione ha dimostrato di essere capace di assorbire le difficoltà, salvaguardando fatturati e posti di lavoro: anche questa volta è così visto che da quanto emerge dalla rilevazione nel 2020 solo l’11% delle cooperative ha diminuito il personale, per un 68% è rimasto stabile e c’è stato anche un 21% che lo ha pure aumentato».

Il volume di affari è diminuito per 4 cooperative su 10 rispetto al 2019. Inoltre per 9 cooperative su 10 l’attuale andamento economico è molto o abbastanza preoccupante. Sintetizzando, a livello aggregato sono i settori delle cooperative sociali, di lavoro e servizi, culturali e turistiche a evidenziare maggiori difficoltà nell’anno terminato, mentre ad un livello intermedio si collocano le cooperative agricole. Un 2020 generalmente positivo invece, come detto, per le cooperative di consumo.

«La previsione per il 2021 – ha aggiunto il direttore Marco Bagnariol – è di sostanziale stabilità, quindi non si vede all’orizzonte un gran cambiamento rispetto alla situazione attuale: c'è attesa, anche per capire che tipo di ripartenza economica ci sarà soprattutto a partire dall'estate e quale sarà l'effetto delle vaccinazioni, che a quanto si vede al momento stanno dando un’ulteriore speranza a tutti i settori».

I DATI

La rilevazione ha interessato 118 cooperative attive iscritte a Confcooperative Pordenone, alle quali è stato sottoposto un questionario nei primi mesi di quest'anno riguardo l'esperienza avuta nel 2020.

Sul fronte della percezione, il 76% delle cooperative ha risposto definendo il 2020 come un anno di crisi generale o parziale: la gran parte di esse sono le cooperative sociali, del lavoro-servizi e dell’agricoltura. Diverso il discorso per la maggior parte delle cooperative di consumo, per le quali è stato un anno di crescita (opzione indicata anche da alcune delle realtà degli altri comparti, per un totale del 24%).

Passando ai fatturati, la fotografia è un po’ diversa e denota una certa resilienza del sistema cooperativistico, visto che il 36% delle cooperative che hanno risposto (non solo quelle di consumo ma anche degli altri settori, in principal modo agricole) ha dichiarato di averli aumentati lo scorso anno. Per un 23% i fatturati sono rimasti stabili, per un 41% sono diminuiti.

La stabilità è il tratto dominante della situazione occupazionale, anche grazie al blocco dei licenziamenti: per il 68% delle cooperative il personale dipendente è rimasto stabile, mentre per l’11% è diminuito (colpito di più il settore lavoro-servizi) ma per un 21% è addirittura aumentato (a trainare agricoltura e consumo). Invariata la situazione dell’accesso al credito per l’83% delle cooperative, mentre la situazione di liquidità è stata buona per il 53%, mediocre per il 43% e cattiva per il 4%.

Di contro regna l’incertezza sul futuro. L’andamento economico tra molto preoccupati e abbastanza preoccupati interessa l’88% delle cooperative con una rilevazione trasversale a tutti i settori. Investimenti per il momento congelati: nel 2021 solo il 32%, una su tre, pensa di compierne di importanti (il settore agricolo sembra il più ottimista) mentre per il restante rimarranno stabili o caleranno (collegato a questo dato il 70% delle cooperative che hanno risposto ritiene che l’esercizio 2021 sarà sostanzialmente stabile rispetto all'anno precedente).

  Laura Viviani

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