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Piano vaccinale, Alleanza delle cooperative Campania: “Tra le priorità anche operatori e utenti dei servizi sociali”

martedì 2 febbraio 2021

"Bisogna allargare le fasce di priorità e spaziare oltre gli operatori sanitari e sociosanitari operanti in strutture sanitarie e socio-sanitarie
Piano vaccinale, Alleanza delle cooperative Campania: “Tra le priorità anche operatori e utenti dei servizi sociali”

L’Alleanza delle Cooperative della Campania, settore sociale, chiede alla Regione Campania di tenere conto nella gestione dei processi organizzativi del Piano vaccinale anche della situazione dei lavoratori dei servizi socio-assistenziali e socio educativi, attivando al contempo, anche insieme agli Ambiti, un percorso di condivisione sulle procedure.

 

“Siamo consapevoli degli sforzi che la Regione Campania sta attuando per concretizzare le indicazioni del Piano vaccinale anti Covid-19 e per ottimizzare tutti i processi organizzativi e gestionali dello stesso, ma è necessario intervenire sulle priorità. Gli operatori e gli utenti coinvolti nei servizi residenziali, semiresidenziali, territoriali e domiciliari declinati nel catalogo regionale ex regolamento n 4 del 2014, in attuazione della legge regionale n. 11 del 2007, sono tutti un veicolo di contagio. Bisogna allargare le fasce di priorità e spaziare oltre gli operatori sanitari e sociosanitari operanti in strutture sanitarie e socio-sanitarie” fanno sapere dall’Alleanza delle Cooperative della Campania, settore sociale.

 

I tre Coordinatori Giuseppina Colosimo, Giovanpaolo Gaudino e Anna Ceprano spiegano:

 

“Oltre alle strutture socio-sanitarie e alle RSA, vanno prese in considerazione le comunità per le persone con disagio psichico, i centri sociali polifunzionali per disabili, le comunità di accoglienza per minori. È importante che tra i destinatari delle dosi di vaccino vi siano dunque tutti gli operatori e gli ospiti delle strutture a carattere residenziale e semiresidenziale, ma anche gli operatori e i destinatari degli interventi domiciliari, così come declinati dal catalogo. Infatti, in tali servizi si svolgono attività simili alle strutture socio-sanitarie, con gli stessi rischi, se non maggiori in quanto concepite diversamente per gli spazi maggiormente di prossimità”.

 

  Alessandra Fabri

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