Tagli UE alla pesca, Italia compatta: cooperative e governo preparano documento unico per Agrifish

Tagli UE alla pesca, Italia compatta: cooperative e governo preparano documento unico per Agrifish

giovedì 4 dicembre 2025

L’intesa raggiunta nel corso dell’incontro organizzato a Roma dall’Allenza delle Cooperative

Tagli UE alla pesca, Italia compatta: cooperative e governo preparano documento unico per Agrifish

Pescatori, ricerca e politica fanno fronte comune per fermare la proposta della Commissione europea che, dal 2026, vorrebbe imporre una riduzione del 64% dello sforzo di pesca a strascico, un taglio del 25% per i palangari, nuovi limiti alle catture di gamberi e pelagici e ulteriori restrizioni nello Stretto di Sicilia e nello Ionio.

È quanto emerso dall’incontro organizzato oggi a Roma, presso il Palazzo della Cooperazione, da AGCI Pesca e Acquacoltura, Confcooperative Fedagripesca e Legacoop Agroalimentare (Alleanza Cooperative Pesca e Acquacoltura), in vista dei negoziati europei che precederanno il prossimo Agrifish e che ha visto la partecipazione di tutte le voci del settore dagli armatori ai sindacati, oltre alla ricerca scientifica.

All’appuntamento ha partecipato il sottosegretario al Masaf Patrizio La Pietra, che – alla luce dei dati scientifici sullo stato delle risorse, con indicatori in miglioramento per la maggior parte delle specie ittiche – ha ribadito come le scelte della Commissione risultino “ingiustificate e inaccettabili”.

«Tagli insostenibili e ingiustificati alle giornate di pesca, sommati all'assenza di compensazioni, sono stati i principali punti di discussione che intendiamo esporre a Bruxelles – ha affermato La Pietra – per confutare le motivazioni della proposta e portare le ragioni dei pescatori italiani, accompagnate da solide basi scientifiche che dimostrano l’insostenibilità del taglio delle giornate».

Le associazioni promotrici – AGCI Pesca e Acquacoltura, Confcooperative Fedagripesca e Legacoop Agroalimentare – hanno evidenziato la necessità di «ripartire dai dati scientifici reali per dimostrare come gli interventi proposti siano sproporzionati rispetto allo stato di salute delle specie nel Mediterraneo, il che suggerisce di mantenere le misure precedenti in modo da  monitorare in modo efficace i risultati della loro applicazione», ma anche di «affrontare il tema delle compensazioni socioeconomiche, inevitabili in caso di ulteriori riduzioni dell’attività, e ripensare i criteri con cui si misura lo sforzo di pesca. La Commissione non può giocare con il destino dei pescatori del Mediterraneo, chi lavora merito rispetto».

 

 

  Alessandra Fabri

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