“Sulle aree interne, sugli oltre 5.000 comuni a rischio spopolamento dobbiamo infrastrutturare risposte prima che sia troppo tardi. Perdere la battaglia significa perdere la coesione del Paese. La cooperazione di comunità è lo strumento per riportare al centro non solo il territorio, ma le persone”. Lo dice Maurizio Gardini presidente di Confcooperative intervenendo al Festival Economia Trento al panel “Piccoli comuni che devono crescere, politiche per lo sviluppo dei territori”.
“Se i fondi di coesione e i fondi strutturali arrivassero nei tempi giusti si potrebbero costruire progetti per le aree interne. La cooperazione di comunità è lo strumento per riportare al centro non solo il territorio, ma le persone. Uno strumento che dà il senso delle cose. Mette insieme la gente di un territorio per gli interessi e i bisogni della comunità”.
“C’è lavoro per tutti, imprese, politiche, persone, comunità enti locali. Non penso solo alle strade. Occorrono l’infrastrutturazione digitale diventa quasi più urgente del mantenimento di un fondo stradale. Dove non arriva la fibra si resta esclusi da tutto”.
“L’infrastrutturazione sociale. Perdiamo pezzi significativi di scuole, di assistenza, di welfare. Nei comuni con 800-90 abitanti nasce 1 bambino all’anno se va bene, ma gli ultrà 65enni sono più della metà della popolazione. Cambiano bisogni e richieste che diventano emergenziali”.
“A Pizzoferrato, sull’Appennino abruzzese, nasce la cooperativa di comunità Pizzoil per dare carburante al paese. Abbiamo bisogno della cura del controllo del territorio. In Romagna occorrono 8 miliardi e non si ritornerà come eravamo. Con 1 miliardo di consolidamento preventivo avremmo ridotto ampiamente il disastro che abbiamo vissuto”.
Alessandra Fabri