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Capodanno, gli italiani spenderanno 1,7 miliardi per il cenone, 400 milioni meno del 2019

giovedì 30 dicembre 2021

Una su 3 cancella le vacanze per timore del contagio. Brindisi amaro per 10 milioni di poveri

Capodanno, gli italiani spenderanno 1,7 miliardi per il cenone, 400 milioni meno del 2019

Gli italiani spenderanno 1,7 miliardi per il cenone di Capodanno, vale a dire 300 milioni in più dell’anno scorso, ma pur sempre 400 in meno del capodanno pre pandemico. La maggiore spesa rispetto allo scorso anno è dovuta sia al +8% di tredicesime, 44 miliardi di quest’anno rispetto ai 41 miliardi del 2020 (frutto di un recupero parziale sull’occupazione e un minore impatto della CIG sui redditi), sia alla possibilità di poterlo festeggiare con parenti e amici, cosa l’anno scorso molto più difficile. C’è una polarizzaziome nella reazione degli italiani alla quarta ondata di covid. Rispetto alle misure di contenimento della pandemia 3 famiglie su 5 saranno spregiudicate organizzando cene in casa con oltre 10 persone. Saranno 6 su 10 le famiglie ad aspettare a casa il rintocco della mezzanotte per brindare al nuovo anno, mentre 1 su 3 ha cancellato le vacanze che aveva prenotato (montagna e città d’arte le mete più colpite dalle disdette). 

 

La recrudescenza della crisi economica, gli effetti della ripresa, per alcuni ma non per tutti, detterà una spesa improntata all'attenzione e vicina allo spreco zero, con 1 famiglia su 4 che prenderà la cena con modalità di asporto dai ristoranti. È quanto emerge da un’indagine condotta dal Centro studi di Confcooperative.  

 

I cenoni esalteranno le eccellenze dell’agroalimentare Made in Italy. La tradizione rappresenta una sicurezza a cui ancorarsi contro lo spauracchio della pandemia. Le bollicine italiane, saranno di gran lunga preferite a quelle dei cugini d’oltralpe, e si confermano immancabili superstar dei cenoni con circa 60 milioni di tappi pronti a saltare da bottiglie di spumante e prosecco Made in Italy. 

 

Per il menù di Capodanno trionfa il ricco paniere delle eccellenze made in Italy: vongole e frutti di mare per i primi piatti (90 milioni di euro); pesce per i secondi piatti (270 milioni di euro); carne, salumi e uova (300 milioni di euro); vini, spumanti e prosecchi (295 milioni di euro); frutta, verdura e ortaggi (240 milioni di euro). Pasta, pane, farina e olio (160 milioni di euro). Non mancherà il tagliere dei formaggi freschi e stagionati italiani (95 milioni). Chiuderà il ricco carrello dei dolci composto da panettone e pandoro in primis, oltre alle tantissime specialità dolciarie regionali (285) milioni di euro).  

 

E se gli italiani sono concordi sul cosa portare in tavola, diverse le scuole di pensiero in cucina. Tra gli over 50 vincono le ricette tradizionali o di famiglia. Tra i più giovani spopolano blog e app per cercare la ricetta d’effetto: crudi con avocado, rombo in crosta di cacao; risotto gamberi e liquirizia; filetti di pesce con mele e uva bianca. 

  

Brindisi dal calice amaro per le persone scivolate in povertà per la lockdown economy che ha gonfiato l’esercito dei poveri portandolo a 10 milioni di persone. Resta fondamentale, per Confcooperative, individuare misure di contrasto alla povertà e politiche attive per concorrere ad affrontare una piaga che non è solo economica ma che rischia di minare nei prossimi mesi la concordia sociale del paese.  

  Francesco Agresti

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