Capodanno, 2,2 miliardi per il cenone, 250 milioni più del 2022, boom di bollicine e vini italiani, 55 milioni di tappi pronti a saltar

Capodanno, 2,2 miliardi per il cenone, 250 milioni più del 2022, boom di bollicine e vini italiani, 55 milioni di tappi pronti a saltar

sabato 30 dicembre 2023

La maggiore spesa rispetto allo scorso anno non è però determinata da una maggiore propensione alla spesa

Capodanno, 2,2 miliardi per il cenone, 250 milioni più del 2022, boom di bollicine e vini italiani, 55 milioni di tappi pronti a saltar

Gli italiani spenderanno 2,2 miliardi per il cenone di Capodanno vale a dire 250 milioni in più dell’anno scorso, e 50 milioni più del capodanno pre pandemico. La maggiore spesa rispetto allo scorso anno non è però determinata da una maggiore propensione alla spesa, ma dalla spirale inflativa che soffia nelle vele del caro vita ed erode il potere d’acquisto delle famiglie. Saranno 5 italiani su 10 ad aspettare a casa, propria o di amici e parenti, il rintocco della mezzanotte per brindare al nuovo anno, mentre 3 su 10 brinderanno al 2023 in viaggio tra località di montagna, terme o città d’arte, 2 su 10 invece trascorreranno la serata in ristoranti o sale con cenoni organizzati.

Dopo le spese per il cenone di Natale e i regali da mettere sotto l’albero, sarà un capodanno di spending review per molti, all’impronta dello spreco zero. È quanto emerge da un’indagine condotta dal Centro studi di Confcooperative.  

I cenoni esalteranno le eccellenze dell’agroalimentare Made in Italy. Le bollicine italiane, saranno di gran lunga preferite a quelle francesi, e si confermano immancabili superstar dei cenoni con circa 55 milioni di tappi pronti a saltare da bottiglie di spumante e prosecco Made in Italy. Sold out per la lenticchia di Castelluccio di Norcia grande eccellenza, ma anche simbolo della resistenza e della rinascita al tempo stesso dell’Italia centrale dopo i disastri del sisma che ancora fa sentire le sue ferite sul territorio.

Per il menù di Capodanno trionfa il ricco paniere delle eccellenze made in Italy: vongole e frutti di mare, decimati dal granchio blu, per i primi piatti (125 milioni di euro); pesce per i secondi piatti (330 milioni di euro); carne, salumi e uova (360 milioni di euro); vini, spumanti e prosecchi (405 milioni di euro); frutta, verdura e ortaggi (295 milioni di euro). Pasta, pane, farina e olio (225 milioni di euro). Non mancherà il tagliere dei formaggi freschi e stagionati italiani (130 milioni). Chiuderà il ricco carrello dei dolci composto da panettone e pandoro, duello all’ultima fetta oltre alla dura concorrenza delle tantissime specialità dolciarie regionali (380 milioni di euro).  

E se gli italiani sono concordi sul cosa portare in tavola, diverse le scuole di pensiero in cucina. Tra gli over 50 vincono le ricette tradizionali o di famiglia. Tra i più giovani spopolano blog e app per cercare la ricetta d’effetto: crêpes di gamberetti, polpo su fonduta di formaggi, crudi con avocado, rombo in crosta di cacao; risotto gamberi e pesto; filetti di pesce con liquirizia. 

  Le bollicine non avranno lo stesso sapore per tutti. Ci sarà un brindis dal calice amaro per le persone scivolate in povertà un esercito di poveri che vede gonfiate le sue fila: sono oltre 10 milioni di persone tra povertà assoluta e relativa. (foto Imagoeconomica)

  Francesco Agresti

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