Territorio

Toscana, Grilli nuovo presidente unione regionale

 E’ Alberto Grilli il nuovo presidente di Confcooperative Toscana. E’ stato eletto della XII Assemblea elettiva che si è riunita a Firenze nella sede della Fondazione Franco Zeffirelli.

52 anni, nato e cresciuto a Pisa, ha iniziato a lavorare nella cooperazione sociale nel 1998 prima come volontario e poi come operatore in casa famiglia per minori. E’ stato presidente della cooperativa sociale “Il Simbolo”. Per anni è stato impegnato in prima persona negli organismi territoriali di Confcooperative, dal 2018 presidente di Confcooperative-Federsolidarietà Toscana.
Confcooperative ha scelto il suo nuovo presidente a poco più di un mese dalla scomparsa di Claudia Fiaschi, morta prematuramente il 3 marzo all’età di 59 anni. Fiaschi è stata ricordata con un video e negli interventi che si sono susseguiti: ha vissuto quarant’anni di passione cooperativa.
L’assemblea si è aperta con i saluti del sindaco di Firenze Dario Nardella, di monsignor Giovanni Nerbini, delegato per problemi sociali e lavoro della Conferenza episcopale Toscana, della vice presidente della Regione Toscana Stefania Saccardi, dell'assessora al Welfare di Firenze Sara Funaro. 

La cooperazione – ha detto il neo presidente Alberto Grilli - è uno dei pilastri della Toscana, un vero punto di forza. Aggancia l’economia al lavoro reale. Anche nella nostra regione si sentono i morsi della crisi e sono ben visibili le difficoltà del tessuto sociale, con un progressivo impoverimento del ceto medio. In particolare, siamo chiamati tutti a sostenere le fasce più deboli della popolazione, deve essere un impegno quotidiano. Sono convinto che da soli non si fanno molte cose mentre insieme tutto è possibile, è con questo spirito che intendo dare il mio contributo da neo presidente di Confcooperative”.
Per rappresentare le cooperative - ha continuato Grilli - è pre-condizione indispensabile avere una squadra autorevole ed inclusiva, che tenga insieme i differenti linguaggi cooperativi, che sappia coniugare le differenze. Non servono individualismi. Non serve rinchiudersi o, peggio ancora, dividersi in confini. Si deve piuttosto far sì che ogni cooperativa abbia la stessa importanza delle altre, ogni cooperativa possa avere diritto di rappresentanza, in un mondo associativo, il nostro, che rappresenta il Lavoro ed i Servizi, la Cultura, il Turismo, l'Agricoltura, la Pesca, l'Abitazione, le Comunità, il Sociale ed il Sanitario, il Credito. Ovvero tutte le sue anime e le sue realtà, in ogni nostro territorio e categoria”