Salute: coop pediatri Modena conduce ricerca su bronchiolite unica in regione
È iniziato a Modena un progetto di ricerca unico in Emilia-Romagna che potrebbe aiutare i pediatri nella cura della bronchiolite. Si tratta di un'infezione che colpisce l'apparato respiratorio dei lattanti e bambini con meno di 24 mesi di vita. È causata generalmente da virus, in particolare dal virus respiratorio sinciziale (Rsv); i sintomi includono rinorrea, febbre, tosse, respiro sibilante e difficoltà respiratoria, provocando centinaia di ricoveri all’anno.
Questo progetto di ricerca non nasce da un ospedale o dall’università, bensì dal territorio. L’iniziativa, infatti, è della cooperativa Pediatri di famiglia modenesi, costituita nel 2016, aderente a Confcooperative Modena e che associa una trentina di pediatri in città e provincia. È l’unica cooperativa di pediatri in Emilia-Romagna e una delle poche in Italia.
«La sperimentazione clinica è stata ideata dai sei medici della pediatria di gruppo “Il Piccolo Principe” di Modena – spiega Gianluca Iovine, presidente della cooperativa, responsabile scientifico della ricerca e consigliere di Confcooperative Sanità Emilia-Romagna – Scopo del nostro progetto è evitare gli accessi impropri ai Pronto soccorso o, al contrario, inviare tempestivamente i nostri piccoli pazienti in ospedale. Il bambino colpito da bronchiolite, infatti, può peggiorare in poche ore».
I sei pediatri del Piccolo Principe si sono tassati per acquistare una sonda ecografica, del costo di 5 mila euro, in grado di eseguire non solo un’ecografia polmonare sui pazienti affetti da bronchiolite, ma anche su altri organi (linfonodi, tiroide, fegato, milza ecc.).
Il progetto, che finirà a marzo 2024, è stato approvato dal Comitato Etico Area Vasta Emilia Nord, l’ente cui aderiscono le aziende sanitarie e ospedaliere di Modena, Reggio, Parma e Piacenza.
«Saranno un centinaio i bambini arruolati nella nostra sperimentazione, – aggiunge Iovine – Pensiamo possa diventare un archetipo per la medicina territoriale nella gestione di una patologia tipicamente invernale con un notevole impatto sulla popolazione pediatrica.
L’ecografia polmonare, che attualmente non rientra nei protocolli di cura del Pronto soccorso per tale patologia, è eseguita dal medico curante del bambino. Il suo utilizzo precoce lo aiuta a capire l’andamento della malattia, a distinguere i casi meno gravi da quelli più gravi e, di conseguenza, tranquillizzare o meno i genitori.
È una tecnologia a basso impatto e senza esposizione a radiazioni. In più è un servizio totalmente gratuito perché rientra nella strategia diagnostica del medico in quanto integra i dati clinici.
Tutto questo è possibile – conclude Gianluca Iovine - perché grazie alla nostra cooperativa e alla pediatria di gruppo condividiamo spazi, personale di studio e principi gestionali».