Reggio Emilia, 17/3 assemblea cooperative cultura, turismo e sport
58 imprese e 2.900 soci. Dopo il peso del Covid allarme costi. “Nuove politiche a sostegno di realtà che producono lavoro e benessere sociale”.
Si avvierà giovedì 17 marzo la stagione congressuale delle federazioni di Confcooperative (Fedagri, Federlavoro, Federsolidarietà, Federcultura, turismo e sport) cui fanno capo 360 imprese con più di 55.000 soci, oltre 17.000 lavoratori e un fatturato che, al netto della raccolta delle cooperative di credito, supera i 2,1 miliardi.
Ad aprire i confronti sui futuri programmi di lavoro dei diversi comparti in cui si articola Confcooperative sarà la federazione delle cooperative culturali, turistiche e sportive: 58 imprese (con una prevalenza delle realtà impegnate nello sport) con 2.904 soci, 278 dipendenti e 14 milioni di fatturato.
“Questo – spiega il presidente della Federazione, Gino Belli – è uno dei comparti che ha pagato più pesantemente le conseguenze della pandemia e oggi si trova ad affrontare la nuova emergenza determinata dall’aumento di costi energetici che risultano insopportabili per le realtà sportive (con aggravi ulteriori per quelle che hanno piscine), le realtà scolastiche e le strutture ricettive”. “Rispetto al 2019 – spiega l’esponente di Confcooperative – i ricavi complessivi sono scesi del 34% nel 2020, e anche il modesto recupero del 2021 (da 12 a 14 milioni rispetto ai 18 del 20219) rischia ora di essere compromesso sia dall’aumento dei costi che dalle difficoltà economiche che investono tante persone e famiglie”.
“Alle istituzioni abbiamo chiesto da tempo interventi di sostegno e un’attenzione particolare al comparto”, prosegue Belli, “perché da una parte è necessario sostenere un tessuto imprenditoriale importante per il nostro territorio, ma dall’altra si tratta anche di evitare che l’attuale fragilità abbia ricadute sociali significative, ad esempio, sul tema della salvaguardia della salute che si lega alle attività sportive per le persone di ogni età o su un disagio giovanile che rischia di aumentare ulteriormente se si indeboliscono le attività educative, ricreative e, in generale, le iniziative di aggregazione che tante cooperative sostengono”.
“E’ un tema – spiega Belli, che è anche vicepresidente vicario di Confcooperative – che riguarda anche altre diffuse attività di servizio alle persone e alla collettività (in primo luogo i servizi educativi e socio-assistenziali, con le coop sociali che rappresentano tanta parte del welfare locale) e che oggi deve portare ad un rilancio delle politiche di sostegno a quel privato sociale (le coop sociali, ma anche le Asd, le Aps e in generale il Terzo Settore) che si muove nelle comunità locali e sostiene percorsi di servizio e iniziative che mobilitano decine di migliaia di persone”.
“La capacità di autorganizzazione delle comunità – osserva il vicepresidente della Federazione, Marcello Campani – va sostenuta e promossa perché è ricchezza sociale e strumento di inclusione che diventa anche - e lo vediamo proprio con le cooperative - ricchezza imprenditoriale e opportunità di lavoro, mettendo in campo progetti che mantengono vive e valorizzano tante aree del territorio, come ben dimostrano le cooperative turistiche e quelle di comunità”.
Ai lavori interverrà, tra gli altri, la presidente di Federcultura, turismo e sport di Confcooperative Emilia-Romagna, Chiara Laghi.