Modena: la cooperazione interviene sul piano urbanistico generale della città
«Stiamo seguendo con attenzione il percorso di formazione del nuovo strumento urbanistico di Modena previsto dalla legge regionale. È per noi di fondamentale importanza l’impegno assunto dal sindaco di arrivare all’adozione del Pug prima delle feste. Ricordiamo che l’adozione è solo un primo passo e che per avere lo strumento approvato occorrerà attendere ancora alcuni mesi».
Lo affermano Confcooperative Modena e Legacoop Estense intervenendo sul Piano urbanistico generale del Comune di Modena.
«Abbiamo bisogno di capire come il consiglio comunale risponderà alle osservazioni che anche noi abbiamo presentato e che, nel caso specifico, riguardano non tanto la strategia del Pug, che nelle sue linee generali è condivisa, quanto piuttosto la disciplina – spiegano le due centrali cooperative - In una fase così complessa e incerta che attraversa il Paese, poter contare su uno strumento urbanistico pienamente vigente che tratteggia le strategie del Comune per lo sviluppo della città in un orizzonte di medio/lungo termine e le regole da seguire nelle trasformazioni costituisce per gli operatori economici un riferimento fondamentale.
Ci sono temi importanti che attendono con urgenza delle risposte. A titolo di esempio, la realizzazione di interventi di edilizia residenziale sociale, di cui riteniamo la città abbia bisogno, da ricavare in primis riqualificando il patrimonio edilizio esistente, promuovendo politiche abitative integrate con il sistema del welfare e che prevedano una contestuale qualificazione dello spazio pubblico.
Anche il quadro conoscitivo del Pug, infatti, – continuano Confcooperative e Legacoop - evidenzia la tendenza all’aumento della popolazione con oltre 65 anni di età e il calo delle fasce di popolazione più giovane.
Le previsioni al 2025 stimano che un terzo della popolazione di Modena avrà un’età superiore ai 65 anni. Questa popolazione più anziana oggi si concentra soprattutto nel quadrante sud-ovest della città, con un’incidenza di residenti anziani che tocca valori di picco al Villaggio Giardino (30,9%), La Punta–Vaciglio (28,1%), Morane (27,9%), parco Amendola e Villaggio Artigiano (27%).
Viceversa la popolazione giovane è maggiormente presente nelle aree centrali e semicentrali.
Cresce il numero delle famiglie, ma si riduce la loro dimensione e si differenzia la loro tipologia (giovani soli, anziani soli, liberi professionisti, immigrati, soggetti in cerca di nuove modalità abitative).
Oltre al cambiamento dello scenario demografico, la “domanda di città” da parte dei soggetti anziani diventa più estesa, incorporando ambiti inediti e determinando una complessa articolazione dei bisogni, non risolvibili esclusivamente con una maggiore efficienza delle strutture sanitarie o con un potenziamento delle strutture residenziali, ma richiede una maggiore offerta di opportunità culturali, di socializzazione e svago.
Inoltre, la crisi pandemica ha in qualche modo valorizzato una dimensione più locale della vita quotidiana come riferimento necessario e, forse, anche auspicabile con una conseguente necessità di riorganizzazione dei servizi e delle attività commerciali».
Un’altra grande questione posta da Confcooperative Modena e Legacoop Estense riguarda le modalità di insediamento di attività produttive nuove o già presenti a Modena, ma con esigenza di ampliarsi. Comprendendo e condividendo a pieno l’obiettivo di evitare che l’attuazione del piano, in caso di interventi complessi, avvenga in un ambito di totale discrezionalità, e dunque condividendo la necessità di “misurare” il contributo che ciascuna proposta di trasformazione fornisce alla realizzazione della strategia “Modena 2050, il futuro è adesso”, sono stati forniti alcuni contribuiti di modifica della disciplina rispetto ad alcuni dei criteri contenuti nella matrice di valutazione del beneficio pubblico dei progetti sulle base di simulazioni effettuate su casi concreti.
«Per questo tipo di interventi complessi e di rigenerazione urbana, con le opportune integrazioni alla disciplina, è tempo di partire, auspicando il rispetto dei tempi promessi, per dare attuazione alla strategia che vuole Modena sempre più città compatta, all’insegna della rigenerazione e del minor consumo di suolo possibile, senza rinunciare allo sviluppo», concludono Confcooperative Modena e Legacoop Estense.