Territorio

Fvg: l'uva cooperativa sarà biologica certificata

L’uva di buona parte della vendemmia 2021 di tutte le cantine cooperative del Fvg sarà sostenibile e certificata. Diverse sono infatti le cantine che hanno aderito allo schema di certificazione SQNPI (Sistema di qualità nazionale produzione integrata) gestito dal ministero delle Politiche agricole e che consentirà, a chi lo vorrà, di apporre sulla propria etichetta il celebre logo dell’apetta su sfondo bianco e contorno verde. Si tratta in particolare della cantina Viticoltori Friulani La Delizia (di Casarsa della Delizia), la Cantina produttori Ramuscello e San Vito, la Cantina produttori Cormòns, la cantina Vini San Giorgio (di San Giorgio alla Richinvelda) e la Cantina Rauscedo.

Un’adesione massiccia dei soci, coordinata in maniera convinta dai dirigenti che pongono la regione enoica cooperativa del Friuli VG ai vertici nazionali, con il 51% delle cooperative che ha già aderito a uno standard di certificazione volontaria (SQNPI in primis, ma anche Equalitas e Viva).

Sono 350 i soci produttori coinvolti per una superficie di vigna interessata di oltre 3.000 ettari, in un contesto dove la cooperazione vitivinicola raccoglie e vinifica oltre il 40 per cento dell’intera produzione regionale di uva, per un fatturato complessivo che supera gli 85 milioni di euro.

«Ricordiamo che lo scopo dello schema di certificazione è misurare la performance ambientale e sociale delle imprese, così come i risultati economici ottenuto – sottolinea Venanzio Francescutti, presidente di FedAgriPesca Fvg –. Si tratta di uno standard certificato da un ente terzo (Ceviq) e che richiede alle aziende di rispettare elevate performance di sostenibilità sociale e ambientale e di rendere trasparente pubblicamente il punteggio. Le nostre cooperative sono ben consapevoli dei numerosi vantaggi competitivi derivanti dal conseguimento degli standard di certificazione volontari: oltre al tendenziale incremento dei volumi venduti e del valore, si evidenzia un “plus valoriale” assegnato soprattutto dagli acquirenti stranieri oltre a essere indice di una forte coesione e consapevolezza tra i soggetti aderenti intorno al tema imprescindibile della tutela ambientale».

E c’è già chi guarda al biologico, come sta facendo la Cantina Rauscedo (partendo dalla coltivazione di viti resistenti alle principali fitopatie) e la Cantina Ramuscello e San Vito.