Disagio giovanile, via al progetto Kombolela
Contrastare i comportamenti antisociali dei giovani con percorsi personalizzati che coinvolgano famiglie, scuola, società sportive e volontariato. Questo l’obiettivo del progetto “Kombolela”, parola malgascia che significa “tana” nel gioco del “nascondino”.
Finanziato con 90mila euro dall’Unione Terre d’Argine, di concerto con il Centro per le famiglie e i servizi sociali, l’iniziativa vede collaborare una decina di realtà del Terzo settore, tra cui le cooperative sociali Eortè di Limidi di Soliera (capofila) e Il Mantello di Carpi, aderenti entrambe a Confcooperative Terre d’Emilia.
Partito nel 2021 e in scadenza nell’ottobre 2024, il progetto è rivolto ai minori dai 13 ai 17 anni con tendenze aggressive o comportamenti illeciti che non di rado hanno risvolti penali. Nell'Unione delle Terre d'Argine preoccupa l’aumento degli episodi che rivelano disagio e devianza commessi da gruppi di adolescenti e giovani adulti (cosiddette “baby gang”, ma il termine è improprio).
Nel 2023 la rete creata dai soggetti coinvolti nel progetto Kombolela ha ricevuto 42 segnalazioni, in maggioranza maschi (36) e di origine straniera (51% dei casi).
Sono stati attivati progetti educativi per 26 ragazzi/e, di cui 17 terminati, due sospesi, di un caso non si hanno più notizie, un caso è ancora in valutazione, quattro sono tuttora in corso, un caso è stato indirizzato ad altro progetto.
«I minori in difficoltà vengono segnalati da servizi sociali, autorità giudiziaria, associazioni di volontariato, parrocchie, società sportive, scuole, e dagli stessi genitori – spiegano gli educatori della cooperativa Eortè, che coordinano gli interventi di supporto –. Un gruppo di valutazione, composto da referenti dei soggetti partecipanti, si riunisce in media un paio di volte al mese per analizzare i casi e avviare percorsi individuali di recupero, completamente gratuiti. È essenziale, però, che i ragazzi e le famiglie interessate dedichino tempo ed energie, sia pure in modo minimo, ma attivo».
«L’obiettivo – proseguono – è far riallacciare legami sociali ai ragazzi presi in carico, senza colpevolizzarli. Non è sufficiente biasimare i comportamenti devianti; è necessario agire concretamente per offrire supporto e opportunità ai ragazzi coinvolti, che devono sentirsi accolti, ma allo stesso tempo assumersi le proprie responsabilità a scuola, nel tempo libero e nel lavoro».
Gli interventi riguardano il rafforzamento scolastico, l’inserimento lavorativo, l’avvio a pratiche sportive e di tempo libero.
La cooperativa Il Mantello si occupa soprattutto di accoglienza degli stranieri, contrasto all’abbandono scolastico, mediazione linguistica e culturale nelle scuole, insegnamento della lingua italiana.
«Questo progetto mira a recuperare a un comportamento corretto i ragazzi che nella maggioranza dei casi vengono da famiglie fragili che hanno bisogno di essere affiancate nel loro ruolo di riferimento genitoriale – dichiara l’assessore ai servizi sociali del Comune di Carpi Tamara Calzolari –. La co-progettazione con i soggetti che si occupano dell'educazione dei ragazzi nel nostro territorio vuole fornire ai ragazzi una possibilità concreta per esprimere il meglio di sé ed essere cittadini attivi e inclusi nella comunità, proponendo modelli positivi con continuità».